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CATANZARO – Manifestazione dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità a Catanzaro, in occasione dello sciopero generale proclamato da Cgil, Cisl e Uil, per sollecitare la stabilizzazione degli oltre cinquemila precari utilizzati negli enti locali della Calabria.   Il corteo, con bandiere e striscioni, è partito dalla zona nord del capoluogo e, dopo aver attraversato le vie centrali, è giunto in piazza Prefettura. Una delegazione di sindacalisti e lavoratori ha incontrato il prefetto, Antonio Reppucci.   Al serpentone dei lavoratori che hanno urlato slogan come “Lavoro vero, non lavoro nero” e “No al precariato senza fine” si sono uniti anche molti sindaci con il gonfalone dei loro Comuni.   In piazza hanno preso la parola anche alcuni lavoratori per rivendicare il diritto ad un’occupazione stabile. «Basta – ha detto uno di loro – lavorare in nero per lo Stato e gli enti pubblici. I politici di destra o di sinistra non avranno più un solo voto se la nostra situazione non verrà affrontata e risolta».

Rabbia e esasperazione per i tanti lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità, provenienti da tutta la Calabria, che stanno manifestando a Catanzaro per chiedere la stabilizzazione.   All’uscita della delegazione di sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil, lavoratori e sindaci che hanno incontrato il prefetto i manifestanti, in attesa sotto il sole per quasi due ore, hanno reagito con urla e fischi invocando un incontro immediato con il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti.   La delegazione si è spostata poi nella sede della Giunta regionale, a Palazzo Alemanni, per incontrare il direttore generale della Presidenza, Francesco Zoccali.   «Al prefetto abbiamo chiesto – ha detto Antonio Cimino, segretario generale della Nidil Cgil – un incontro con il Governo e segnatamente con i ministeri Bilancio, Funzione pubblica e Lavoro e lui si è impegnato a cercare di rendere possibile questo incontro. Abbiamo dato il termine di una settimana altrimenti riprenderemo come programmata la mobilitazione con uno sciopero che bloccherà la Calabria entro il 30 di giugno».   «Immediatamente – ha aggiunto Cimino – il prefetto ha utilizzato i canali istituzionali per convocare, e stiamo andando adesso, un incontro con il direttore generale della Regione, quella stessa Regione non ha inteso darci un appuntamento si dal 2 di novembre scorso. Quello di oggi è un primo passo per riprendere questa vertenza che riguarda 5.200 famiglie e che è una bomba ad orologeria che sta per scoppiare. Bisogna dare garanzie di stabilizzazione, recuperare la copertura previdenziale e dare a questi ragazzi ma anche a tanti cinquantenni un futuro che finora gli è stato rubato».

La riunione alla Regione si è conclusa a Catanzaro con la garanzia di risorse necessarie a pagare sussidio e integrazione fino a fine dicembre e con la richiesta mirata ad ottenere un tavolo romano con i ministri del Welfare, della Funzione pubblica e del Bilancio, la manifestazione dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità. 

 

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