X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

CATANZARO – «La Calabria, più di ogni altra regione, dovrebbe essere interessata a misure di contrasto agli sprechi. La sanità è il settore che per eccellenza conosce inappropriatezze, truffe e malaffare che nel tempo hanno depauperato ingenti risorse a danno dei servizi ai cittadini  chiamati pure a pesanti sacrifici di risanamento». Lo sostengono, in una nota, le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil.   «La sanità – aggiungono – è finanziata da risorse pubbliche provenienti dalla fiscalità generale. L’uso rigoroso delle risorse è lo strumento per difendere l’universalismo del sistema da chi lo ferisce con errate politiche sanitarie e da chi evade. La Calabria, per questa via, ha pessime credenziali sanitarie che dovrebbero sollecitare non sommosse populiste ma autocritica, rigore e trasparenza dei meccanismi di spesa che hanno generato fin qui debiti incontrollati. La richiesta che dovrà giungere al Ministro Balduzzi deve sollecitare non la difesa a prescindere del Fondo sanitario nazionale, necessaria per soddisfare i fabbisogni sanitari delle Regioni, ma misure di revisione della spesa che, senza minare l’erogazione delle prestazioni socio sanitarie colpiscano sprechi e inappropriatezze che in Calabria hanno depauperato il Sistema sanitario e sottodimensionato i suoi servizi essenziali».   

«Occorre salvaguardare – sostengono ancora i sindacati – l’accesso ai livelli essenziali di assistenza pregiudicati dai ritardi accumulati, dall’inadeguatezza del Piano di rientro e dai tagli delle manovre finanziarie ereditate dal Governo Berlusconi, che nel triennio 2012-2014 hanno ridotto di 17 miliardi i trasferimenti, abbassando a monte il finanziamento del Fondo sanitario. Si auspica, per questo, che il Ministro Balduzzi recepisca le preoccupazioni delle parti sociali ed allenti la morsa dei tagli lineari, pur senza rinunciare a mirate azioni di abbattimento degli sprechi che Cgil, Cisl e Uil si sentono impegnate in prima linea a contrastare per riqualificare e rilanciare la natura costituzionale di un Sistema sanitario pubblico e universale».   «La Calabria, per conto suo e senza alcun alibi o strumentalità – concludono i sindacati – deve superare i gravi ritardi e le pesanti inefficienze sanitarie accumulate che ad oggi, senza spending review, attestano la difficoltà di accesso ai livelli essenziali di assistenza, messi a rischio da liste d’attesa, migrazione sanitarie e disservizi nell’offerta assistenziale ospedaliera e territoriale, che di fatto negano l’esigibilità del diritto di cura». 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE