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LA Regione Calabria ha impugnato il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri relativo all’autorizzazione per la costruzione di una centrale a carbone a Saline Joniche, in provincia di Reggio Calabria.   Il governatore Giuseppe Scopelliti – informa una nota dell’Ufficio stampa della Giunta regionale – ha dato mandato agli avvocati Paolo Arillotta e Benito Spanti di impugnare il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 giugno scorso con il quale è stata decretata la compatibilità ambientale e l’autorizzazione all’utilizzo del progetto della società Sei (Saline Energie Ioniche) spa per la costruzione di una centrale termoelettrica a carbone.

 «Così come avevamo più volte evidenziato – ha detto, in una dichiarazione, il presidente Scopelliti – la Regione Calabria procede sulla linea tracciata dalla maggioranza e dal Consiglio regionale. Il territorio in questione è già stato nel tempo emblema di una beffa perpetrata dal Governo nazionale. Il Consiglio regionale aveva votato all’unanimità un ordine del giorno in cui mi investiva ufficialmente e formalmente del problema. Il ricorso rafforza la nostra volontà di dare una prospettiva all’area». 

La realizzazione dell’impianto – secondo la giunta regionale – si pone in «insanabile contrasto» con tutti gli atti di programmazione che la Regione ha approvato dal 2005 ad oggi ed in basi ai quali è fatto divieto in Calabria, la cui produzione energetica è in esubero rispetto al fabbisogno regionale e contribuisce attivamente alle necessità del sistema energetico nazionale, di installare altre centrali oltre quelle già assentite. Negli stessi atti, è formulata opzione a vantaggio dei sistemi di produzione di produzione energetica attraverso l’utilizzazione delle fonti rinnovabili, «in assoluta coerenza – fanno notare da Palazzo Alemanni – alle politiche nazionali di recepimento delle direttive comunitarie. Inoltre la valutazione operata dal Governo contrasta con le ulteriori scelte di politica regionale e che hanno portato a formulare richiesta di finanziamento per la bonifica del sito ex LiquiChimica per la sua utilizzazione turistica, sicuramente più aderente alla vocazione naturale del territorio». 

 

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