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COSENZA – Ubi Banca ha confermato la riorganizzazione all’insegna dei risparmi che coinvolge principalmente Banca Carime e avrà una pesante ricaduta sulla Calabria. Ieri il primo incontro a Bergamo tra i vertici e i sindacati con l’annuncio della riduzione di circa 1.500 dipendenti. Le parti torneranno a vedersi il prossimo 20 settembre. Si tratta di una cura dimagrante che poderosa perché saranno chiusi e messi in vendita 44 sportelli, saranno trasformati in mini sportelli 78 agenzie. Sarà chiusa anche la direzione generale di Carime di Cosenza, l’ultimo avamposto rimasto di quella che è stata l’ex Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania. 

Intanto la politica, su questa vicenda distratta, si mobilità. Il consigliere regionale del Pd Mario Maiolo ha annunciato una mozione per la prossima seduta del consiglio regionale, mentre il consigliere regionale di Progetto Democratico Rosario Mirabelli ha reso noto di aver presentato una interrogazione al presidente della giunta regionale, Giuseppe Scopelliti, ed al presidente del consiglio, Francesco Talarico, per chiedere che si intervenga al fine di «scongiurare la chiusura della direzione generale di Cosenza di Banca Carime».   

Mirabelli chiede anche di valutare se non sia il caso di intraprendere «ogni iniziativa, compresa la rivisitazione degli accordi di tesoreria con la Regione per evitare che la Calabria venga danneggiata da un piano industriale che, ancora una volta, privilegia le strutture del gruppo Ubi Banca del Nord e penalizza fortemente quelle del Sud a partire da quelle ubicate sul territorio calabrese».   

UNA BANCA “CALABRESE – Banca Carime Spa – prosegue il consigliere regionale – è nata il 31 dicembre 1997, dal conferimento dei rami bancari, scorporati dalle Fondazioni, a seguito della Legge 218/90 (Amato) di tre Casse di Risparmio: la Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania – fondata il 24 settembre 1861, con sede in Cosenza in Corso Telesio 17 – divenuta, nei primi anni 90′- per scorporo del ramo bancario che confluisce in apposita finanziaria – Carical spa; Cassa di Risparmio di Puglia, fondata il 7 luglio 1949 con sede a Bari – successivamente divenuta, nei primi anni ’90, a seguito della predetta Legge 218/90 – Caripuglia S.p.A; Cassa di Risparmio Salernitana. fondata il 4 giugno 1953 con sede a Salerno, successivamente divenuta nei primi anni 90′, a seguito della predetta Legge 218/90 – Cassa di Risparmio Salernitana spa. All’atto dello scorporo dell’attività bancaria, l’Ente Fondatore della Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania era costituito dai seguenti Enti Pubblici: la Provincia di Cosenza, il Comune di Cosenza, la Regione Calabria, la Regione Lucania e le relative Camere di Commercio di Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria, Potenza e Matera. 

Mirabelli evidenzia inoltre che «all’interno di Carime Spa, la struttura della ex Carical era l’ossatura portante ma inspiegabilmente è sempre stata penalizzata sin dal 2003 dai vari Piani Industriali sfornati dall’azionista di riferimento prima Bpu ora Ubi Banca. «La Banca Carime – sottolinea – è a tutti gli effetti una banca calabrese, in data 28 settembre 2012 è stata decisa la chiusura della direzione generale di Cosenza, non solo anche lo spostamento di Servizi, riferiti alla Sede Legale come Servizio Legale e Affari Sociali. Ciò prefigura anche lo spostamento di una Sede inutile senza una Direzione Generale e senza i Servizi di supporto. Con l’adozione di tale decisione Ubi, prefigura uno spostamento definitivo di Banca Carime a Bari con un danno per la Regione Calabria incalcolabile per l’economia regionale e per l’erario regionale in quanto Banca Carime è il maggior contribuente». 

SINDACATI IN ALLARME – Un richiamo alle istituzioni arriva dal sindacato Sinfub. «E’ ora di scuotersi dal torpore e di onorare ciascuno il mandato affidatovi, difendendo a spada tratta ed in tutte le sedi istituzionali e non, il futuro delle Popolazioni Calabresi, che passa anche dal mantenimento sul territorio della prestigiosa Direzione Generale e dei suoi “Servizi”, e non da sole umili e temporanee, lavorazioni di backoffice di una Impresa – Banca Carime S.p.A. – 100% Calabrese – fino alla sua durata statutariamente fissata attualmente, al  31 dicembre 2050». 

E la Cgil, con amarezza, ricorda che in questo caso il taglio è giustificato «dalla crisi economica e dal contesto di recessione strisciante che ha colpito anche il sistema bancario che, pertanto, ha necessità di rafforzarsi sia sotto il profilo patrimoniale che della liquidità, puntando pressoché unicamente sulla riduzione dei costi». Ma, aggiunge, «nelle precedenti occasioni – ormai così tante e così frequenti che se ne è perso il conto – le giustificazioni di analoghe manovre sono state altre, ma il risultato finale è sempre stato lo stesso: una riduzione di personale con una perdita secca di posti di lavoro mai completamente recuperati con nuove assunzioni; la perdita di professionalità e di strutture organizzative; l’arretramento delle quote di mercato detenute; il distacco progressivo dal territorio ed il disinteresse rispetto al sostegno ed allo sviluppo dell’economia sana, con il corollario in una Regione come la Calabria di lasciare campo libero alle organizzazioni criminali nella conquista, nel controllo e nel finanziamento di quello che rimane del sistema produttivo».

 

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