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LAINO BORGO (CS) – Quattro operai della centrale Enel del Mercure, a Laino Borgo, sono saliti per protesta su una ciminiera dell’impianto. I lavoratori chiedono garanzie sul loro futuro occupazionale in vista della Conferenza dei servizi organizzata dalla Regione Calabria per il 10 ottobre. «Ciò che temiamo – hanno sostenuto i lavoratori – è che venga ulteriormente rinviata, determinando così altri ritardi, ogni decisione sul futuro dei cento dipendenti della centrale». 

 

FAMILIARI E COMITATO IN RIVOLTA – Anche i parenti degli operai stanno protestando: «Le istituzioni devono darci garanzie». In un comunicato spiegano che «arrampicarsi su una ciminiera alta 65 metri  è probabilmente l’ultimo gesto estremo che resta ai nostri cari per chiedere l’attenzione delle Istituzioni. Non sappiamo cosa dare da mangiare ai nostri figli». Nel documento si evidenzia che in bilico ci sono 150 posti di lavoro fissi e oltre 1000 derivanti dalla filiera del legno. 

 

DIECI ANNI PER DECIDERE – Quella del Mercure è una storia nella quale sembra non appia mai il finale. La partita sembrava chiusa dopo che, nell’agosto scorso, il Consiglio di Stato ha annullato per un vizio di forma il decreto della Regione Calabria, emesso il 13 settembre 2010, che autorizzava l’Enel all’esercizio della centrale a biomasse del Mercure, ai confini fra la Calabria e la Basilicata.  L’azienda pensava di attivare l’impianto per renderlo una delle centrali più grandi d’Europa. Contro questa ipotesi, da anni le popolazioni e gli Enti locali combattono, anche con manifestazioni molto partecipate. Poi lo stop al progetto: «La Sesta Sezione del supremo organo di giustizia amministrativa – rileva l’Enel – ha riscontrato un vizio procedurale dovuto alla mancata convocazione di una delle parti alla Conferenza dei Servizi. L’azienda – conclude il comunicato – ha investito 70 milioni di euro per realizzare una moderna centrale a biomasse vegetali di piccola taglia che può vantare standard di qualità ambientale molto elevati». 

Il procedimento, dopo circa dieci anni di conferenze era stato emesso dalla Regione il 13 settembre 2010 con il decreto del dirigente del settore politiche energetiche della Regione Calabria, l’ingegnere Ilario De Marco, che dava l’ok alla modifica dell’autorizzazione rilasciata dall’Amministrazione provinciale di Cosenza in data 9 febbraio 2002; modifica richiesta da una direttiva europea che impone l’uso esclusivo di biomasse vegetali vergini negli impianti come quello che l’Enel vuole riaprire a Laino Borgo. 

Nel 2002 la Provincia di Cosenza, all’epoca indicata a presiedere la conferenza dei servizi, aveva rilasciato l’autorizzazione al termine di tre conferenze dei servizi durante le quali diedero il loro parere favorevole il Parco del Pollino, la Regione, l’Asl di Castrovillari. E così l’Enel diede avvio ai lavori di riaccensione della centrale investendo circa 70 milioni di euro. Ma nel 2007, sulla base della nuova Direttiva 2006/12 Ce, l’Enel dovette presentare alla Provincia una richiesta di adeguamento dell’autorizzazione per esplicitare la limitazione all’uso esclusivo di biomasse di origine vegetale “vergine” e non quella da rifiuti o da scarti di lavorazione. E fu in quella occasione che si introdussero nel procedimento gli ambientalisti per ostacolare la riapertura dell’impianto nel cuore del parco nazionale del Pollino. Dopo il ko del Consiglio di Stato la partita sulla centrale di Laino sembrava finita, ma il nuovo iterdà nuova speranza ai lavoratori della centrale, del settore delle biomasse e dell’indotto. La prossima conferenza si terrà appunto il 10 ottobre. Ma nell’attesa i lavoratori sono già sul piede di guerra.

CONVOCATO VERTICE – Il prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro, ha convocato per martedì prossimo, 9 ottobre, un tavolo con la Regione Calabria, l’Ente Parco del Pollino, la Provincia di Cosenza, l’Enel e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil per discutere della centrale del Mercure in vista della conferenza dei servizi fissata per il 10 ottobre. Stamattina al prefetto Cannizzaro si era rivolto il segretario generale comprensoriale della Cgil, Angelo Sposato, dicendosi «fortemente preoccupato di quanto potrebbe succedere» e per chiedere la convocazione urgente di un tavolo interistituzionale per l’esame della questione.   I quattro lavoratori che sono saliti sulla ciminiera, per il momento, proseguono la loro protesta.

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