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CATANZARO – Il governo Monti «ha tolto i panni del tecnico e si è messo a fare esattamente la parte di un governo tradizionale». Lo dice il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, durante la manifestazione dei sindacati sulla ‘vertenza Calabria’. A sostegno di questa tesi la Camusso aggiunge che «Basta vedere la legge di stabilità, tutta costruita a condizionare le scelte che dovrà fare il prossimo esecutivo. Quello che manca è la parola agli elettori, che è essenziale per tornare a ricostruire anche la normalità democratica. La legge di stabilità non rappresenta una risposta per i lavoratori» anzi «questa legge di stabilità – ha proseguito – non ha nemmeno l’idea di cambiare la politica in questo Paese. Governo e Parlamento non hanno colto che si esce dalla crisi dando risposte per il lavoro». Inoltre, «produttività non vuol dire ridurre il potere di acquisto dei salari dei lavoratori», piuttosto «servono investimenti e fino ad oggi non ne abbiamo sentito parlare. Sentiamo circolare sempre le stesse idee, cioè quelle delle vie basse, per cui comprimendo i diritti dei lavoratori si ottengono risultati. Bisogna cambiare strada». Il governo ha stanziato oltre un miliardo di euro per incentivare la produttività nelle aziende attraverso sgravi fiscali, ma per Susanna Camusso «sono dieci anni che in Italia si comprimono i salari e si aumentano gli orari di lavoro». La ‘ricettà, secondo il segretario generale, «è evidente che non ha funzionato».

«Per la produttività – sottolinea – il governo non fa nulla, chiede solo agli altri di fare». La produttività, poi, «non può voler dire ridurre il potere d’acquisto dei lavoratori ma significa rendere più efficienti i sistemi: la prima condizione è che ci siano investimenti, affinchè ciò avvenga concretamente. Invece – conclude – si cerca solamente la via bassa, cioè comprimere i diritti dei lavoratori».

Parlando della Fiat, poi, la segretario della Cgil ha affermato che «la Fiat non è capace di reggere la concorrenza in Europa perchè non ha i modelli. Noi lo abbiamo detto tre anni fa – ha aggiunto – quando tutti pensavano di aver trovato il salvatore dell’azienda. La presenza della Fiat sarà garantita se sceglie la nuova frontiera tecnologica». La Cgil «da due anni va ripetendo che Sergio Marchionne non è il salvatore dell’industria italiana». Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, torna a criticare le scelte strategiche del Lingotto. «La verità – sottolinea – è che la Fiat ha scelto di andare all’estero perchè lì ha avuto i finanziamenti dei governi».

 

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