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REGGIO CALABRIA – Emerge preoccupazione tra i balneari calabresi in quanto sul futuro prossimo del settore incombe la “Direttiva Bolkestain” in base alla quale entro il 31 dicembre 2014 dovranno essere definiti i bandi per l’assegnazione delle concessioni demaniali. Le future “autorizzazioni” rilasciate con gara non potranno avere una durata superiore ai 25 anni per le spiagge e 50 anni per i porti turistici. «Questo – fa sapere l’Assobalneari Calabria, la Federbalneari-Confimprese Italia presieduta da Vito Marra – è quanto prevede il piano del Governo per “mettere all’incanto” con evidenza pubblica i litorali del Belpaese». Tuttavia il provvedimento è sospeso in vista dell’incontro di martedì tra la delegazione italiana e la Commissione Ue. Da rimarcare che in questo momento l’Italia da un lato dovrà chiudere la procedura di infrazione già avviata nei confronti dell’Italia nel 2008 per i meccanismi anticoncorrenziali nell’assegnazione delle concessioni demaniali e dall’altro dovrà accogliere quanto richiesto delle associazioni di settore e degli stessi enti territoriali che spingono per una soluzione simile a quella attuata in Spagna che «all’inizio di ottobre è riuscita a strappare a Bruxelles una deroga agli obblighi imposti dalla direttiva Bolkestein con l’estensione delle concessioni in essere fino a 75 anni». Secondo l’Assobalneari «dall’attuazione del piano del Governo andranno a rischio 100mila posti di lavoro e il futuro delle oltre 30mila imprese attive. Il turismo – prosegue l’Assobalneari – è ancora oggi materia sottovalutata nel nostra Regione,nel nostro Paese e ancor più dalla Comunità europea che vede nella direttiva servizi un equilibrio di eguaglianze fra gli Stati, non approfondendo che dei 5 Paesi europei aventi il demanio marittimo l’unico ad averne un rilevante danno è l’Italia». Il piano del Governo prevede che entro il 31 dicembre 2014 le regioni dovranno definire i bandi e le lettere di invito per l’affidamento delle concessioni. Per la durata delle nuove concessioni che saranno assegnate allo scadere dell’attuale regime di proroga al 31 dicembre 2015, si stabilisce un tetto minimo di 6 anni e uno massimo di 25 anni nel caso delle spiagge. Quanto a porti e ad approdi turistici, la validità temporale dovrà essere compresa fra un minimo di trenta e un massimo di 50 anni. Per i punti di ormeggio, ossia quelle strutture che non hanno impianti di difficile rimozione, si andrà da 6 a 20 anni. Per l’assegnazione delle nuove “licenze” il criterio sarà quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ma peseranno anche i piani di copertura degli investimenti e della gestione per tutto il periodo di concessione. Nell’offerta sarà anche valutata l’interazione dei servizi offerti con il sistema turistico locale. E, a tutela di quanti già oggi lavorano nel comparto, il decreto prescrive che in prima applicazione la professionalità acquisita nell’esercizio dell’attività e anche relativamente all’area in cui si opera verrà valutato nel limite del 40% del punteggio complessivo. Una sorta di buonuscita ad hoc viene prevista per gli attuali concessionari che decideranno di non partecipare alle gare. Infine, il canone che attualmente i concessionari versano non potrà costituire parametro per la valutazione dell’offerta.

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