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COSENZA – Due direzioni su tre  “salvate” e i tagli del personale ridotti della metà rispetto al piano aziendale. Si chiude così la vertenza Carime che vedeva contrapposti sindacati e la capogruppo Ubi Banca in una trattativa molto difficile con gravi momenti di di tensione tra le parti. Il piano deciso dalla capogruppo Ubi Banca è finalizzato al consistente contenimento del costo del lavoro per circa 115 mln, pari a 1.578 risorse full time. L’accordo prevede un esodo incentivato  e volontario per 650 persone in tutto in gruppo di cui 187 in Carime e 250 nuove assunzioni di cui 87 in Carime.   
Il segretario nazionale e segretario generale di Unità sindacale Falcri-Silcea del Gruppo Ubi Banca, Emilio Contrasto spiega che «gli accordi siglati regolamentano l’utilizzo di alcune leve di intervento, attraverso le quali l’Azienda potrà conseguire il dichiarato obiettivo del contenimento dei costi. È prevista la riduzione degli organici pari almeno a 650 risorse, su base volontaria, attraverso l’attivazione di un piano di esodo anticipato; la riduzione dell’orario di lavoro incentivata, allo stato su base volontaria, fino ad un massimo di 220.000 giornate lavorative nel triennio 2013-2015, con utilizzo della parte ordinaria del Fondo di Solidarietà che prevede la retribuzione al 60% circa del periodo di riduzione dell’orario di lavoro; l’obbligo di fruizione delle ex festività, limitazione nelle prestazioni lavorative aggiuntive (Banca delle Ore), impegno aziendale ad un significativo contenimento delle spese amministrative, l’obbligo aziendale a non attuare interventi a valere sulla contrattazione di secondo livello, la salvaguardia sostanziale dei poli territoriali sulle singole Banche rete». L’intesa raggiunta, spiega ancora contrasto , «prevede, poi, l’impegno da parte della Capogruppo all’assunzione di almeno 240 risorse nel periodo 2013-015, anche mediante stabilizzazione dei rapporti di lavoro a tempo determinato in essere, da distribuire in misura proporzionale agli esodi registrati presso ciascuna Azienda del Gruppo».
«Tale previsione – dichiara – assume una rilevanza sociale di primaria importanza, in termini occupazionali, considerato che a beneficiare delle assunzioni saranno anche i territori meridionali. L’immissione di nuova forza lavoro unitamente al mantenimento degli attuali poli direzionali e territoriali nelle diverse aree geografiche dove operano le Aziende di UBI Banca rassicurano i lavoratori tutti e i territori serviti sull’impegno della capogruppo a perseguire nei percorsi di crescita stabile delle Banche del Gruppo, presupposto essenziale per far si che le famiglie, le imprese e gli Enti pubblici possono continuare a contare sulla necessaria assistenza creditizia e sui servizi bancari offerti. Alla luce di ciò – spiega –  Unità sindacale FalcrI-Silcea ha, quindi, sottoscritto gli accordi che prevedono il sensibile miglioramento del quadro complessivo d’interventi inizialmente prospettato da UBI che ricordiamo, oltre ai già richiamati potenziali 1.578 esuberi, prevedeva anche la limitazione di importanti diritti, consistenti deroghe al Ccnl e ai contratti di secondo livello, l’azzeramento di alcuni poli direzionali e nessun intervento relativo all’immissione di nuova e stabile occupazione».

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