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CATANZARO – L’Imu sui capannoni costerà in media agli imprenditori calabresi il 70% in più rispetto a quanto pagavano con l’Ici. È quanto emerge da un’analisi condotta dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre.   La percentuale più alta si registra a Cosenza (+78%), che significa un maggior prelievo di 500 euro: se per la vecchia imposta nel 2011, infatti, i proprietari cosentini avevano versato 638,74 euro (aliquota del 7 per mille), nel 2012 l’Imu sugli immobili di categoria catastale d1 è costata 1.138,78 (aliquota 10,4 per mille).  

Secondo la ricerca saranno maggiormente colpiti gli imprenditori che esercitano la loro attività nel Comune di Milano, dove l’incremento è del 154,4%, di Lucca e di Lecce (+131,3%). Non andrà meglio agli imprenditori di Vibo Valentia, che pagheranno 1.368,8 euro in più rispetto alla quota versata nel 2011 (+74,9% e aliquota passata dal 7 per mille al 10,2 per mille).  

A Catanzaro e Crotone, invece, dove le aliquote sono passate dal 7 per mille al 9,6 per mille, l’Imu sui capannoni costerà il 64,6% in più rispetto a quanto dovuto con l’Ici: nel capoluogo di regione 791,8 euro in più, passando da 1.226,17 a 2.017,92 euro, mentre nella città pitagorica il maggior prelievo è di 1.423 euro, dalle 2.203,72 del 2011 alle 3.626,69 di Imu 2012. L’analisi della Cgia di Mestre, condotta sulla base delle rendite catastali medie dei singoli comuni capoluogo di provincia estrapolate dalla banca dati dell’Agenzia del Territorio, non contiene dati relativi alla provincia di Reggio Calabria.

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