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LA BOLLA dei precari calabresi sembra sul punto di esplodere. Per lunedì prossimo, 10 dicembre, è stato proclamato uno sciopero con manifestazione regionale a Villa San Giovanni: lo comunica l’Usb, unione sindacale di base. Intanto il Pd annuncia per domani una conferenza stampa in consiglio regionale, promossa da Bruno Censore Carlo Guccione e Nino De Gaetano. E il deputato Franco Laratta chiama in causa giunta regionale e consiglio dei ministri: «Lavoratori socialmente utili e lavoratori di pubblica utilità sono trattati come schiavi».

A livello regionale continuano le assemblee dei lavoratori Lsu-Lpu promosse dalla federazione regionale Usb, a seguito, spiega una nota, «delle tante promesse, mai mantenute, da parte delle istituzioni regionali e nazionali». Nei tanti posti di lavoro, dove le assemblee si sono già svolte, è emersa la rabbia dei precari che sono stanchi di essere sfruttati e stanchi di non avere certezze sul loro futuro. «I lavoratori Lsu-Lpu, che da anni ed anni svolgono servizi presso enti pubblici, oltre a essere sottopagati, non ricevono i contributi dai comuni e dalla regione, svolgendo, così, un vero e proprio lavoro in nero legalizzato» dichiara l’Usb. «Oltre a ciò – si afferma – ci sono da registrare le risposte negative da parte del governo centrale che, incurante del fatto che i precari svolgono da oltre dieci anni attività fondamentali nei vari enti locali, ha deciso di «mandarli a casa». L’Usb Calabria ha indetto nei giorni scorsi lo stato di agitazione. Le assemblee dei lavoratori precari tenutesi in questi giorni, «hanno evidenziato come la misura sia davvero colma: per questi motivi hanno deciso e stanno decidendo in massa di aderire alla giornata di sciopero indetta da Usb Calabria per il prossimo 10 dicembre». Seguendo le indicazioni venute dai lavoratori, Usb conferma lo sciopero del 10 dicembre, con concentramento a Villa San Giovanni, e manifestazione che partirà alle ore 10 dalla Stazione.  «I lavoratori precari non ci stanno a farsi licenziare dal Governo e chiedono, invece, – si legge infine – il riconoscimento come lavoratori pubblici, tramite l’assunzione diretta, dopo oltre dieci anni di sfruttamento».

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