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LAMEZIA TERME – «Nel giro di due tre giorni, il tempo di concludere le procedure e l’azienda chiude»: lo ha affermato Battista Foderaro il titolare dell’omonima azienda di trasporti, a conclusione della conferenza stampa indetta dall’azienda per spiegare gli ultimi accadimenti che l’hanno vista protagonista.
Si scrive quindi un altro capitolo della vicenda che va avanti dallo scorso 2 dicembre, quando i 24 autisti hanno deciso di bloccare le corse a seguito dei licenziamenti annunciati e che saranno esecutivi dal primo gennaio 2013. 
Anche se resta ancora l’incertezza visto che gli autisti non intendono riprendere servizio. A complicare la situazione c’è  il periodo di franchigia iniziato ieri dicembre e che dura sino al 7 gennaio, periodo per cui gli scioperi non sono autorizzati per legge.
L’imprenditore Foderaro con accanto il suo legale Fabrizio Falvo, si è soffermato su due punti principali: l’episodio accaduto domenica scorsa che ha visto il fermo di alcuni autobus sostitutivi ingaggiati dall’azienda per dare il servizio a quei passeggeri che avevano già prenotato il biglietto e il  provvedimento di precettazione emesso dal prefetto Antonio Reppucci. «Personaggi che hanno dichiarato di tutto e di più , vi ho pregato – ha detto rivolgendosi ai giornalisti – di venire qui per rispondere con documenti  e dati » ha affermato il titolare, il quale in merito al fermo degli autobus  ha spiegato che «ci siamo preoccupati di garantire il viaggio  a gente che veniva per il periodo natalizio. La costituzione prevede la libertà di movimento. Noi lo abbiamo fatto per atto doveroso. I colleghi noleggiati – sottolinea – si sono visti sequestrare l’autobus, mentre facevano un servizio per nostro conto. La polizia stradale li ha fermati dicendo che il servizio era abusivo. Ma non è così perché noi abbiamo fittato l’autobus pagando regolarmente».
Foderaro ha poi spiegato che il prefetto era stato avvisato del noleggio ed ha aggiunto: «la polizia stradale ha effettuato i fermi non rispettando le regole, hanno fermato in posti più disparati, quando la legge prevede che questi devono avvenire ai capolinea di partenza o di arrivo oppure alle soste di servizio, questo è previsto dal ministero dell’interno». 
Per quanto riguarda la precettazione ha spiegato che per le tratte interregionali la commissione di garanzia degli scioperi non ha mai regolamentato i servizi minimi essenziali, perché non si era mai verificato un caso , pertanto è previsto che le parti (sindacato e azienda) si possono incontrare per stabilire tali servizi.
A questo proposito poi sia il titolare Foderaro che l’avvocato Falvo citano il recente caso di Crotone, o meglio l’ordinanza emessa dal prefetto di Crotone , il quale partendo dal presupposto che lo sciopero era illegittimo, bisognava riprendere il servizio senza tener conto dei servizi mini essenziali anche se lo sciopero (10 dicembre 2012)in questione era locale. Sulla mancata notifica che lamentano gli autisti, Foderaro risponde affermando che  la notifica è avvenuta così come previsto dalla legge, affiggendo l’ordine sull’albo aziendale e diffondendolo attraverso la stampa. 
A seguire l’avvocato  Falvo ha affermato che «la situazione che si è venuta a creare è fuori da ogni regola. A questo punto la situazione non riguarda più l’azienda , che non ha più gli strumenti per modificare la situazione. I licenziamenti non possono essere ritirati perché sono state avviate le procedure». Inoltre  aggiunge Falvo, «lo dico con rammarico, c’è profonda inadeguatezza del prefetto. Inadeguatezza tecnica probabilmente perché non c’è stata altra situazione simile».

LAMEZIA TERME – Si inasprisce la vertenza dei traporti che vede coinvolti i pullman delle autolinee Foderaro che va avanti dal 2 dicembre. Gli autisti si sono incatenati stamattina davanti al tribunale di Lamezia, assistiti dalla sindacalista Cisal Mungari, e hanno annunciato che metteranno in atto lo sciopero della fame. Non accettano la decisione dell’azienda che ha annunciato una serie di licenziamenti esecutivi dal primo gennaio.
Dall’altra parte, intanto, il braccio di ferro ha visto ieri Battista Foderaro il titolare dell’omonima azienda di trasporti, indire una conferenza stampa per spiegare gli ultimi accadimenti che l’hanno vista protagonista: «Nel giro di due tre giorni, il tempo di concludere le procedure e l’azienda chiude», ha annunciato, scrivendo quindi un altro capitolo della vicenda che va avanti dallo scorso 2 dicembre, quando i 24 autisti hanno deciso di bloccare le corse.
A complicare la situazione c’è  il periodo di franchigia iniziato ieri e che dura sino al 7 gennaio, periodo per cui gli scioperi non sono autorizzati per legge. Domenica scorsa la polstrada ha disposto il fermo di alcuni autobus sostitutivi ingaggiati dall’azienda per dare il servizio a quei passeggeri che avevano già prenotato il biglietto: «Ci siamo preoccupati di garantire il viaggio  a gente che veniva per il periodo natalizio – afferma Foderaro -. La costituzione prevede la libertà di movimento. Noi lo abbiamo fatto per atto doveroso. I colleghi noleggiati si sono visti sequestrare l’autobus, mentre facevano un servizio per nostro conto. La polizia stradale li ha fermati dicendo che il servizio era abusivo. Ma non è così perché noi abbiamo fittato l’autobus pagando regolarmente». 

 

E a nulla è servita nemmeno la precettazione disposta dal prefetto: Foderaro ha spiegato che per le tratte interregionali la commissione di garanzia degli scioperi non ha mai regolamentato i servizi minimi essenziali, perché non si era mai verificato un caso, pertanto è previsto che le parti (sindacato e azienda) si possono incontrare per stabilire tali servizi. E la situazione, quindi resta sempre più ingarbugliata.

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