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REGGIO CALABRIA – A Gioia Tauro, si chiude l’anno con un importante traguardo che va oltre le aspettative. I dati sono chiari e registrano una crescita pari al 18,5%, con una movimentazione che supera i 2 milioni e 700 mila teus (Il teu è l’unità di misura standard che identifica le dimensioni tipiche di un container). Si tratta di un dato rilevante che conferma Gioia Tauro il primo porto italiano nel settore dei container e attesta, soprattutto, che lo scalo calabrese ha avuto la maggiore crescita tra tutti i grandi scali italiani di settore. Proiettandosi, così, in una posizione centrale nel circuito del Mediterraneo. Contrariamente, quindi, ai dati mondiali diffusi da «Container Trades Statistics» (CTS), sull’andamento globale del traffico containerizzato via mare, che ha registrato un generale calo, a Gioia Tauro si chiude l’anno in positivo. Il traffico container ha, infatti, chiuso il 2012 con circa 2.720.000 teus, rispetto all’anno precedente concluso con una movimentazione pari a 2.300.000. E una differenza in positivo di circa 420 mila teus. Stesso andamento al rialzo è stato registrato nel settore delle auto che ha chiuso l’anno con 145.121 vetture movimentate, rispetto al 2011 fermo a 108.367 autovetture, e con un conseguente aumento percentuale del 33,92% che, in termini assoluti, ammonta a 36.754 movimenti in più. L’immagine dei traffici internazionali, invece, a livello complessivo, è offerta dallo studio del Cts che analizza il calo del traffico merci a livello mondiale, relativo al secondo semestre del 2012. In base al report, «il mese di ottobre si è rivelato essere un mese negativo (il quinto consecutivo) per le compagnie di navigazione che operano servizi di linea. Il commercio mondiale via mare di merci containerizzate, avendo totalizzato un volume complessivo pari a 10.466.000 container teu, ha infatti registrato deterioramento del 1,5% rispetto allo scorso settembre e una contrazione pari al 6,5% rispetto al picco di 11.193.600 teu dello scorso maggio, nonchè una diminuzione del 5,5% rispetto al volume dell’ottobre 2011». Si tratta di uno scenario di crisi che però a Gioia Tauro non trova riscontro, vista la sua decisa ripresa. Nel primo porto italiano di transhipment, infatti, l’asticella dell’andamento del traffico merci ha ripreso a proiettarsi verso l’alto. E si tratta di una tendenza consolidata ormai da diversi mesi. Un ottimo risultato che pone fine al periodo buio che ha segnato, negli ultimi anni, la vita della scalo calabrese. A contribuire a risalire la china sono stati gli ottimi dati registrati sia nel settore container che in quello delle auto. Si tratta di dati importanti che fanno recuperare al porto di Gioia Tauro la centralità nel trasporto delle merci nel Mediterraneo. Alla base della ripresa vi è senz’altro l’entrata della Msc di Aponte (tramite la sua associata Til) che ha messo radici a Gioia Tauro, dopo aver acquisito il 33% delle azioni della Medcenter Container Terminal (Mct). Da quel giorno, la presenza, in banchina, della Mediterranean Shipping Company s’è fatta notare, con un aumento costante e mensile delle sue navi. Non è un caso, quindi, se l’accordo, a ben presagire, fu salutato con interesse dal presidente dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, Giovanni Grimaldi. «Da oggi – disse in quell’occasione Grimaldi – si potrà guardare con spirito positivo agli sviluppi dei traffici e, quindi, alla crescita del nostro scalo portuale che, infrastrutturalmente, ha tutte le carte in regola per ritornare a guidare la leadership del circuito internazionale del transhipment nel Mediterraneo». A dare man forte al clima positivo sono stati gli addetti allo scalo, grazie alla loro riconosciuta professionalità, che hanno recuperato con caparbietà la necessaria produttività. A testimoniare l’alto livello di infrastrutturazione del porto di Gioia Tauro, a luglio scorso, la presenza in banchina, contemporaneamente, di tre mega portacontainer del gruppo armatoriale Mediterranean Shipping Company (MSC) che sono state caricate e scaricate, anche in questo caso contemporaneamente, dalle gru del terminal. Si tratta delle Ultra Large Container Carrier (ULCC) «MSC Kalina», che è lunga 366 metri e ha una capacità di carico pari a 13.798 container teu, «MSC Katrina», lunga 365,8 metri e della capacità di 12.967 teu e «MSC Teresa», che può caricare 14.364 teu ed è lunga 365,5 metri. Ma non finisce qui. Oltre ad intensificare i traffici via mare, e quindi il settore del transhipment, l’Autorità portuale ha gettato il cuore oltre l’ostacolo. La sua nuova scommessa è passata attraverso la pubblicazione del bando di gara internazionale per la realizzazione del gateway ferroviario. Gioia Tauro punta ad essere così un corridoio intermodale comunitario che andrebbe ad inserirsi nell’asse trans-europeo Helsinki – La Valletta. L’obiettivo è quello di intercettare i traffici tra l’Estremo Oriente e l’Europa. «Grazie allo sviluppo dell’intermodalità, – ha spiegato con soddisfazione il presidente dell’Autorità portuale Grimaldi – che è il naturale completamento del servizio di transhipment del nostro scalo, e vista la sua centralità nel Mediterraneo, Gioia Tauro potrebbe, così, essere uno strategico corridoio intermodale europeo ed, altresì, un nodo di rilevanza nazionale, in quanto assume il ruolo di crocevia di diverse modalità di trasporto». La realizzazione dell’infrastruttura parte, al momento, da un finanziamento di 20 milioni di euro che giungono dall’Unione Europea. Gli altri 20 dovranno essere garantiti dal promotore privato. Del resto, le specifiche peculiarità del gateway ferroviario risultano essere in linea con i maggiori terminal europei. Il suo buon biglietto da visita è dato dalla centralizzazione delle operazioni ferroviarie che saranno affidate ad un unico gestore, appunto quello privato che vincerà la gara internazionale, e che poi potrebbe anche gestire il tratto di raccordo con la rete ferroviaria nazionale. Alla base della sua funzionalità vi è l’assenza di rotture di carico aggiuntive e le distanze del terminal adeguate agli standard.

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