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CATANZARO – Crotone e Catanzaro sono tra le cinque province italiane (insieme a Foggia, Ogliastra e Benevento) classificate da Legambiente come territori ideali per conseguire un mix efficiente di fonti energetiche rinnovabili. E’ quanto emerge dal rapporto “Comuni rinnovabili 2013“ realizzato dall’associazione ambientalista con il contributo di Gse e Sorgenia. 

 «Le cinque province – è scritto nello studio – teoricamente possono essere definite ‘100% rinnovabili’ per la parte elettrica, considerando tutti i consumi, agricoltura, industria, terziario e domestico. In provincia di Crotone è il mix di 5 tecnologie a soddisfare il fabbisogno energetico elettrico del territorio, grazie a 25 MW di impianti solari fotovoltaici, 331 MW di eolico, 2 MW di biogas e 85,3 MW di biomasse. In provincia di Catanzaro sono gli impianti eolici a dare il maggior contributo al raggiungimento dell’obiettivo ‘100% elettrico’, grazie a 673 MW, oltre a 94 MW di impianti fotovoltaici, 3,6 MW di mini idroelettrico, 3,1 di biogas e 2,2 MW di biomasse». Tra i primi 50 Comuni italiani con la più ampia diffusione di impianti solari fotovoltaici sui tetti degli edifici, il rapporto colloca al 25/mo posto il comune calabrese di Caraffa (in provincia di Catanzaro), con 2.038 kW ogni mille abitanti e 4,1 MW complessivi di impianti solari. Tra i primi 20 Comuni che ospitano sul proprio territorio impianti del cosiddetto «grande eolico», cioè composti da torri con potenze superiori ai 200 kW con un «possibile impatto sul paesaggio», ci sono Isola Capo Rizzuto, in settima posizione con 141,9 MW di potenza installata, Vallefiorita e Gasperina, al dodicesimo e tredicesimo posto entrambe con 97,5 MW. Secondo il rapporto di Legambiente, Strongoli e Crotone, invece, sono i Comuni che hanno gli impianti a biomassa per la produzione di energia elettrica con maggiore potenza installata (nei primi 20 posti si trovano anche Cutro e Rende). «Al Sud – è scritto nel documento – gli impianti sono collocati per lo più nelle aree costiere e vicino ai porti perchè utilizzano spesso biomasse provenienti dall’estero. Il corretto dimensionamento degli impianti risulta fondamentale per garantirne la sostenibilità e evitare l’importazione di materia prima, che annulla di fatto la sostenibilità degli impianti».
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