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CATANZARO – La disoccupazione è più che raddoppiata nel Sud negli ultimi 35 ann. Il dato è stato diffuso dall’Istat che ha ricostruito le serie storiche dal 1977 al 2012. In particolare, il tasso dei senza lavoro nel Mezzogiorno ha mostrato l’incremento più accentuato (dall’8% del 1977 al 17,2% del 2012) a fronte di quello più moderato del Centro (dal 5,5% al 9,5%) e soprattutto del Nord (dal 5,8% al 7,4%). Nel Nord e nel Mezzogiorno l’aumento deriva da una crescita del tasso di disoccupazione maschile, superiore rispetto al calo registrato per le donne. Nel Centro invece si è registrato un aumento sia per gli uomini sia per le donne, con intensità maggiore per i primi. egli ultimi 35 anni l’incidenza degli occupati in agricoltura sul totale risulta più che dimezzata passando dall’11,0% del 1977 al 3,9% nel 2010. Anche la quota di occupati nell’industria ha registrato una forte diminuzione, pari a quasi 10 punti percentuali, passando dal 38,4% dell’occupazione totale nel 1977 al 28,5% nel 2010. Il processo di terziarizzazione, sottolinea l’istituto, ha caratterizzato l’intero periodo portando nel 2010 la quota di occupati nei servizi al 67,6% del totale (50,6% nel 1977). 

Tali dinamiche risultano ancora più marcate a livello territoriale: la quota di occupati in agricoltura registra nel Mezzogiorno il calo più consistente passando dal 19,3% del 1977 al 6,7% nel 2010; per l’industria è il Nord che fa segnare la diminuzione maggiore con la quota che si riduce di 14,4 punti percentuali (dal 47,6% al 33,2%). L’incremento dell’occupazione nei servizi risulta rilevante in tutte le ripartizioni con quote che aumentano dai 12,2 punti percentuali nel Centro (da 59,3% a 71,5%), ai 18,5 punti del Nord (da 45,3% a 63,8%). 
Anche la distribuzione per posizione nella professione ha subito forti modifiche. In particolare, la percentuale di lavoratori dipendenti è salita dal 68,8% al 75,2%. I cambiamenti vanno attribuiti, quasi del tutto, alla componente femminile per la quale la quota di occupazione dipendente è cresciuta di quasi 15 punti percentuali, passando dal 66,9% del 1977 all’81,7% del 2012. Tra i maschi l’aumento di lavoratori alle dipendenze è inferiore a un punto percentuale, passando dal 69,7% al 70,5%. L’aumento della quota di lavoro dipendente, soprattutto per la componente femminile, si accompagna al processo di terziarizzazione. La quota di occupati dipendenti nei servizi aumenta di 10,0 punti percentuali passando dal 64,7% del 1977 al 74,7% nel 2010; per le donne tale percentuale cresce dal 34,6% al 54,1%. Negli altri settori economici le dinamiche risultano profondamente diverse da quelle che caratterizzano i servizi. In agricoltura si conferma la crescita del lavoro alle dipendenze che passa dal 42,7% del totale occupati nel 1977 al 48,1% nel 2010; tuttavia la percentuale di donne dipendenti cala dal 34,9% al 30,2%. Ancora diverso è il caso dell’industria, in cui la quota di lavoratori dipendenti scende dall’81,6% al 78,8%, con la componente femminile che passa dal 25,8% al 22,4%.
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