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VIBO VALENTIA – Si ritroveranno tutti il prossimo 11 ottobre ancora una volta a Roma. Presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Il caso Italcementi questa mattina non ha trovato alcuna conclusione positiva. Il Tavolo tecnico convocato presso il Ministero – con gli esponenti della Regione Calabria, del Comune capoluogo, dell’azienda, delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori – alla presenza del sottosegretario Claudio De Vincenti si è chiuso con un nulla di fatto. Il no del presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti all’idea di trasformare lo stabilimento di Vibo Marina in un impianto per il trattamento dei rifiuti è pesato come un autentico macigno. Il governatore, infatti, ha bocciato lo studio presentato da Nomisma – l’istituto di ricerca che per conto della Italcementi ha elaborato sei possibili soluzioni di riconversione industriale del sito di Vibo Marina, la maggior parte delle quali però prevede la realizzazione di impianti per trattare, in diversi modi, i rifiuti solidi urbani. Con una nota, Scopelliti ha spiegato che “la Regione conferma che il compito di guidare i processi di crescita e di sviluppo delle comunità territoriali è in capo ai sindaci e in maniera rispettosa si allinea alle determinazioni delle amministrazioni locali”.

D’altronde, il governatore ha sostenuto di volere dall’azienda cementiera di Bergamo la completa bonifica della fabbrica della frazione, utilizzando per detta opera i lavoratori oggi in cassa integrazione straordinaria, e punta a rilanciare il territorio delle Marinate attraverso il turismo. Oggi il presidente della Regione non ha preso parte al tavolo romano, vi erano solo i tecnici. Ragion per cui il Governo ha chiesto alla Regione di presentare, in un prossimo incontro che si terrà – come già anticipato – l’11 ottobre prossimo, le proprie linee programmatiche per la possibile riconversione dell’area dello stabilimento della Italcementi di Vibo Marina. Per quella data, insomma, il governatore Scopelliti dovrà portare sul tavolo del Ministero un progetto fattibile e credibile sul turismo. Ma soprattutto la proposta del presidente dovrà essere alternativa al Centro di trattamento dei rifiuti suggerito da Nomisma. 
In ogni caso, il sottosegretario De Vincenti ha definito la riunione un “incontro positivo, in cui sono state analizzate le alternative di riconversione produttiva presentate nello studio realizzato da Nomisma su incarico dell’azienda. Si tratta – ha aggiunto De Vincenti – di soluzioni interessanti sul Piano industriale e occupazionale che devono essere inquadrate all’interno delle scelte di programmazione della Regione Calabria”.
Nell’illustrare quanto avvenuto a Roma, Scopelliti ha aggiunto: “La convocazione al tavolo ministeriale di oggi era sul livello tecnico e, in quanto tale, la Regione era rappresentata dal massimo esponente della burocrazia regionale. Leggo invece le esternazioni di qualche rappresentante della politica che tende ancora una volta a dividere anzichè unire. Preciso, e queste sono le mie parole da sempre, che la Regione ha ribadito anche nell’ultima riunione di ieri che, ad indicare e determinare lo sviluppo di un territorio, non può che essere la classe dirigente locale, riconoscendo al sindaco della città questo compito e questa funzione”. 
“La Regione, come è naturale, in un paese democratico – sostiene ancora Scopelliti – ha espresso la sua visione di futuro per quel territorio, ribadendo che sarà pronta a condividere qualsiasi altra scelta dettata dagli organi competenti. Credo, e lo dico ancora una volta, che i progetti messi in campo da Nomisma non siano decisamente di alto profilo e questo per quanto ci riguarda come Regione abbiamo l’obbligo di ribadirlo. Quindi, la Regione al prossimo tavolo dove sarà prevista la presenza della politica, nel ribadire la sua posizione sarà pronta a sottoscrivere qualsiasi altro tipo di scelta che venga ufficializzata da parte dell’amministrazione comunale. Forse sarebbe più corretto coinvolgere anche i cittadini rispetto a questi progetti magari in tempi ristrettissimi e facendo esprimere la popolazione attraverso un referendum”. 
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