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CATANZARO – In Calabria nel 2014 hanno chiuso i battenti 11.704 aziende: 33 al giorno, quasi una ogni mezzora. Edilizia, tessuti, sanità, trasporti: non c’è scampo praticamente per nessuno. I numeri di Unioncamere sono drammatici e forniscono lo spaccato di un tessuto produttivo sempre più esposto alla crisi e sempre di più ammorbato da problemi antichi, pronti a esplodere in tutta la loro potenza distruttiva nei momenti di maggiore fragilità del sistema. I dati emergono nei servizi ed approfondimenti pubblicati sull’edizione cartacea di oggi del Quotidiano.

Viene giù una saracinesca e crollano sogni di vita, aspettative per il futuro, voglia di emancipazione. Il 2014 sarà ricordato come una delle stagioni più complicate e difficili per il mondo produttivo calabrese. Imprenditori sul lastrico, costretti prima a ricorrere a forme di ammortizzatori sociali e poi a compiere l’ultimo passo sul ciglio del burrone: chiudere bottega, licenziare i dipendenti, dismettere beni e patrimoni e chiedere ufficialmente alle Camere di commercio di appartenenza la cancellazione dal registro delle imprese. I dati di Unioncamere, infatti, non ammettono edulcorazioni o letture di parte: sono quelli. Tutte le aziende, infatti, anche se non iscritte ad associazioni di categoria, come ad esempio la Confindustria, sono obbligate a passare da Unioncamere; iscriversi al registro delle Camere di commercio, nel momento in cui fanno il loro ingresso nel mercato, e a cancellarsi, nel momento in cui escono di scena. C’è il dramma di chi investe, ma c’è poi il dramma di chi resta a casa e perde il posto di lavoro. 

Il territorio che soffre di più, anche perché è il più grande, è la provincia di Cosenza (4.763), seguita a ruota da Catanzaro. La provincia del capoluogo di regione è, in proporzione alla sua estensione, l’area più in sofferenza, dal momento che hanno chiuso i battenti ben 2.660 imprese; un’infinità se rapportata al numero degli abitanti, il che a significare che il territorio di Catanzaro deve per forza di cose reinventarsi, trovare una vocazione diversa che non sia quella industriale. La terza nella triste classifica sulla mortalità delle imprese è Reggio Calabria (1.751), poi ci sono Crotone (1.294) e Vibo Valentia (1.210).

Ed è in questo contesto che si terrà martedì 10 marzo, alle 11, nella sede della presidenza della Regione di Palazzo Alemanni, a Catanzaro, un vertice presieduto dal presidente della Regione Mario Oliverio, a cui parteciperanno anche il vice presidente della giunta regionale Enzo Ciconte e gli assessori Nino De Gaetano e Carlo Guccione insieme ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali regionali.

«Obiettivo dell’incontro – è scritto in un comunicato – è quello di fare un punto complessivo sulla situazione economica e sociale della Calabria per mettere in campo una serie di iniziative strategiche finalizzate alla ripresa, alla crescita e, soprattutto, all’occupazione e al lavoro».

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