X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

CATANZARO – In Calabria il 2013 rischia di passare alla storia come l’annus horribilis dei negozi di commercio al dettaglio. Il primo quadrimestre ha, infatti, fatto registrare quasi 7,5 chiusure al giorno di attività commerciali per un totale di 892 cessazioni in 120 giorni. Un’ecatombe solo parzialmente compensata dalle nuove aperture che nei primi quattro mesi dell’anno sono state 411 con un saldo negativo del primo quadrimestre di ben 481 unità. Ciò significa che per ogni azienda che in Calabria ha aperto nel corso del 2013 ben due hanno chiuso. A rivelare il dato la Confesercenti che con un rapporto di tipo nazionale analizza la situazione del commercio al dettaglio nell’anno che per diversi economisti dovrebbe rappresentare lo spartitraffico tra la crisi e i primi segnali di ripresa, segnali che, però, stando ai numeri dell’organizzazione di categoria stentano seriamente a manifestarsi. Complessivamente in Calabria ci sono circa 27 mila aziende di commercio al dettaglio che tuttavia di questo passo rischiano di essere dimezzate in breve tempo se non si trova il modo di rimettere in moto il sistema economico nazionale e soprattutto, per quel che ci riguarda, regionale. Certo la punta dello stivale non appare quella con il trend più negativo se solo consideriamo che, ad esempio, la vicina Sicilia presenta un rapporto di quasi 1 a 4 (una nuova attività ogni 4 chiuse) ma questo non deve certo consolare o far ridimensionare il problema. Non da sottovalutare, inoltre, il dato, che sempre Confesercenti mette in luce nella sua ricerca, riguardante i disagi sociali di questa moria di attività commerciali. Non solo, infatti, in termini di occupazione e produttività bisogna considerare l’impatto negativo della chiusura delle attività al dettaglio ma un ulteriore disagio riguarda le fasce più deboli della società, in particolare gli anziani, che con la chiusura del piccolo negozio sotto casa si ritrovano sempre più spaesati, si vedo costretti a rivolgersi alla grande distribuzione con tutte le conseguenti difficoltà che ciò comporta specie in un territorio come la Calabria dove alla già esistenti precarietà si aggiunge anche un sistema dei trasporti in piena crisi ed un calo dell’investimento nell’assistenza sociale certificato anche recentemente dai dati Istat. Oggi «la desertificazione delle attività commerciali – afferma Confesercenti – in Italia appare essere un fenomeno in continua accelerazione, e potrebbe portare alla scomparsa dell’intera rete dei negozi nel nostro Paese già nell’arco dei prossimi 10 anni». Per salvare la situazione è necessario riattivare i consumi e in questo senso, oltre all’ineludibile impegno dello Stato centrale, appare sempre più irrinunciabile una strategia locale condivisa tra le varie forze sociali e gli enti locali al fine di dare alla Calabria una chance di uscire dal circolo vizioso in cui è caduta.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE