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CATANZARO – Apre oggi, ufficialmente, la stagione estiva 2013 a cui ha dato il benvenuto l’anticiclone africano che ha portato temperature a ridosso dei 40 gradi in Calabria. Un toccasana per le strutture balneari della regione, costrette a fare i conti con un pessimo inizio di giugno che ha inciso sull’avvio delle attività. In questo clima, Vincenzo Farina, segretario regionale della Federazione imprese balneari (Fiba), annuncia all’AGI le prospettive per l’estate. “Normalmente la gan parte delle strutture balneari calabresi – ha spiegato il dirigente della Confesercenti – avviano la loro attività con il primo giugno, cosa che quest’anno non è stato possibile per via delle condizioni meteo incerte. Per questo siamo partiti con quindici giorni di ritardo e chi, invece, caparbiamente, ha avviato tutto con l’inizio del mese si è trovato a fare i conti con l’assenza di presenze durata per i primi dieci gioni”. 

Superato l’ostacolo maltempo, però, sono le prospettive della prossima stagione estiva a delineare il quadro economico e turistico della regione: “Registriamo una maggiore richiesta e insistenza per il periodo di agosto – ha detto Farina – una riconferma, accentuata però rispetto agli altri anni. Poco, invece, a luglio, periodo per il quale la gran parte delle famiglie rinvia decisioni e ci annuncia possibili vacanze decise all’ultimo momento. Una condizione di incertezza, dunque, per i continui allarmi che derivano dalle vicende Imu, Iva, carburanti e quant’altro che, ovviamente, raffreddano gli entusiasmi di chi vorrebbe concedersi un periodo di vacanza. In queste condizioni non si scelgono più le spiagge rispetto ai migliori servizi – ha spiegato ancora il segretario provinciale di Confesercenti Cosenza e presidente regionale Fiba – ma si antepone la richiesta del ‘quanto costà, rinunciando anche alla qualità”.

Una realtà che compromette gli investimenti del settore: “Così tutti i nostri sforzi per un turismo balneare di qualità in Calabria – ha aggiunto Farina – rischiano di non trovare riscontri nell’immediato. Noi, però, proviamo ad insistere sulla qualità, per questo abbiamo avviato un progetto pilota, che parte dalla provincia di Cosenza, per i corsi di formazione destinati ai futuri direttori di strutture balneari”. Progetti ambiziosi, dunque, che non stanno incidendo sui prezzi: “Non potevamo inserire nuovi aumenti – ha sostenuto Farina – con un contesto sociale ed economico così complesso, per questo rimaniamo fermi sui costi dello scorso anno che variano a seconda delle strutture, delle zone e dei servizi offerti. Certo, c’è un campanello di allarme relativo al possibile aumento dell’Iva al 22 per cento, che si andrebbe ad aggiungere ai costi demaniali, all’aumento regionale sul canone, passato lo scorso anno dal 10 al 15 per cento, ma anche all’introduzione della nuova Tares”. Ma a preoccupare maggiormente l’associazione di categoria è l’emergenza rifiuti, che in Calabria rischia di diventare un pessimo biglietto da visita: “E’ una situazione che ci penalizza moltissimo – afferma il presidente della Fiba – noi proponiamo il territorio, ma se questo non è presentabile si vanificano tutti gli sforzi”. Meno rilevante, invece, il tema della cattiva depurazione: “I problemi riguardano un 4/5 per cento della costa – ha concluso Farina – e credo che in questi termini possa essere un fenomeno quasi fisiologico che non ci crea problemi”. Crisi economica ed emergenza rifiuti, dunque, rischiano di essere le zavorre di un settore che in Calabria muove fatturati importanti, con indotti lavorativi diretti e indiretti, per questo occorronno investimenti e soluzioni adeguate.
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