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CATANZARO – E’ la Calabria la regione italiana da cui si emigra di più: il tasso migratorio interno è, infatti, del -4,2 per mille, il più alto delle regioni. Il dato emerge dal “Bilancio demografico nazionale” dell’Istat, presentato oggi, nel quale si evidenzia che cresce la popolazione, visto che il 31 dicembre 2012 risiedevano in Italia 59.685.227 persone, di cui più di 4milioni e 300mila (7,4%) di cittadinanza straniera. Nel corso del 2012 la popolazione è cresciuta di 291.020 unità (+0,5%). Il movimento naturale della popolazione ha fatto registrare un saldo negativo di circa 79 mila unità. In particolare, sono stati registrati più di 12 mila nati in meno rispetto all’anno precedente e circa 19 mila morti in più. 

TANTI VERSO IL NORD – Il movimento migratorio con l’estero nel 2012 ha segnato invece un saldo positivo pari a circa 245 mila unità. Il movimento migratorio, sia interno sia dall’estero, è indirizzato prevalentemente – spiega l’Istat – – verso le regioni del Nord e del Centro. Le famiglie anagrafiche sono 25 milioni e 873 mila; il numero medio di componenti per famiglia è pari a 2,3. Complessivamente, la variazione della popolazione – spiega l’Istat – è stata determinata dalla somma delle seguenti voci di bilancio: il saldo negativo del movimento naturale, pari a -78.697 unità, il saldo positivo del movimento migratorio con l’estero, pari a +244.556, il saldo dovuto alle rettifiche post censuarie, pari a +165.715 unità, il saldo per altri motivi e per movimento interno pari a -39.977 unità. Va specificato che a livello nazionale, il saldo migratorio interno può risultare diverso da zero a causa dello sfasamento temporale delle registrazioni anagrafiche di iscrizione e cancellazione. 
AUMENTANO GLI STRANIERI – La quota di stranieri sulla popolazione totale residente è pari al 7,4%, in crescita rispetto – sottolinea l’Istat – all’inizio dell’anno (6,8 stranieri ogni 100 residenti). L’incidenza della popolazione straniera si conferma molto più elevata in tutto il Centro-Nord (9,7% nel Nord-ovest, 10,2% nel Nord-est e 9,1% nel Centro), rispetto alle regioni del Sud e delle Isole, dove la quota di stranieri residenti è, rispettivamente, appena del 3,2% e del 2,6%. La crescita della popolazione non è uniforme sul territorio nazionale: si conferma per il 2012 un movimento migratorio, sia interno sia dall’estero, indirizzato prevalentemente verso le regioni del Nord e del Centro, e un saldo naturale che risulta negativo in tutte le ripartizioni. Il risultato di queste dinamiche contrapposte è una variazione positiva della popolazione in tutte le ripartizioni geografiche, ma piuttosto modesta nelle isole e nelle regioni meridionali».La distribuzione della popolazione residente per ripartizione geografica assegna ai comuni delle regioni del Nord-ovest 15.861.548 abitanti (il 26,6% del totale), a quelli del Nord-est 11.521.037 abitanti (il 19,3%), al Centro 11.681.498 (il 19,6%), al Sud 13.980.833 (il 23,4%) e alle Isole 6.640.311 abitanti (l’11,1%). Tali percentuali evidenziano una diminuzione di un decimo di punto percentuale al Sud (mezzogiorno e Isole) a favore di Nord-ovest e centro, rispetto al 2011.
Nel corso del 2012 sono state iscritte in anagrafe 350.772 persone provenienti dall’estero. Il numero di iscritti dall’estero è diminuito di circa 35 mila unità rispetto a quello del 2011, anch’esso già in calo rispetto al 2010 (-73 mila). La diminuzione del flusso di iscritti dall’estero, già registrata negli ultimi anni, non si manifesta nella ripartizione centrale, ma in tutte le altre e prevalentemente nel Nord-ovest e nel Nord-est (rispettivamente -14,7 e -14,0 per cento). Inoltre un milione e mezzo di persone di persone si sposta dal Sud al Centro-Nord. E’ quanto emerge dall’analisi dell’Istat, nel suo «Bilancio demografico nazionale». Le iscrizioni risultano distribuite nel corso di tutto il 2012, con una media di circa 30 mila nuovi iscritti ogni mese. Le iscrizioni sono da ascriversi in misura leggermente prevalente alle donne (51,1%), così come negli anni precedenti. 
I TRASFERIMENTI – Tra gli iscritti, gli italiani – spiega l’Istat – «che rientrano dopo un periodo di permanenza all’estero rappresentano meno del 10%, pari a meno di 35 mila persone. La larga maggioranza è costituita invece da cittadini stranieri, soprattutto nelle regioni del Nord e del Centro». Le cancellazioni dalle anagrafi di persone residenti in Italia trasferitesi all’estero ammontano a 106.300 unità. Tra i cancellati per l’estero prevalgono gli italiani (circa il 64% del totale). Va notato che la maggior parte degli stranieri che lasciano il nostro Paese sono conteggiati tra i cancellati per altri motivi (cancellati per irreperibilità o per scadenza del permesso di soggiorno). Complessivamente, il bilancio migratorio con l’estero, pari a +244.556, è dovuto a un saldo fortemente positivo per gli stranieri, superiore a 280 mila unità, che compensa il saldo lievemente negativo relativo alla sola componente italiana (-36 mila unità circa). 
Il bilancio con l’estero risulta positivo per tutte le regioni e il corrispondente tasso varia dall’1,7 per mille della Sardegna all’8,1 per mille del Lazio, rispetto a una media nazionale del 4,1 per mille. Le regioni con tassi migratori esteri più elevati sono: Lazio (8,1 per mille), Toscana (5,7 per mille), Emilia-Romagna (5,4 per mille) e Lombardia (4,9 per mille). In generale, le regioni delle ripartizioni del Nord e del Centro hanno tassi migratori esteri doppi rispetto a quelli delle regioni del Sud e delle Isole. Nel corso del 2012 i trasferimenti di residenza interni hanno coinvolto circa 1 milione e 567 mila persone e, secondo un modello migratorio ormai consolidato, sono caratterizzati prevalentemente da uno spostamento di popolazione dalle regioni del Mezzogiorno (eccettuato l’Abruzzo) a quelle del Nord e del Centro. Il tasso migratorio interno oscilla tra il -4,2 per mille della Calabria e il 3,5 per mille del Lazio seguito dal 3,3 per mille della provincia autonoma di Trento. Le migrazioni interne sono dovute anche agli stranieri residenti nel nostro Paese, che seguono una direttrice simile a quella delle migrazioni degli italiani, ma presentano una maggior propensione alla mobilità. Infatti, i cittadini stranieri, pur rappresentando il 7,4% della popolazione, contribuiscono al movimento interno per circa il 18%.
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