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UN esercito, in aumento rispetto al passato. Impiegati nell’agricoltura, nel settore del turismo. E sempre più spesso imprenditori in prima persona. Sono stati 14.706 – una fetta consistente rispetto ai numeri nazionali – i rapporti di lavoro attivati in Calabria nel 2012 che hanno interessato lavoratori stranieri con cittadinanza extra Ue. Quasi la metà sono stagionali nel settore dell’agricoltura (45,8%) a fronte di un dato medio nazionale pari al 16,5%. Come dire che in Calabria gli extracomunitari vengono impiegati nei campi il triplo di quanto avviene nel resto d’Italia.

I dati emergono dal terzo rapporto annuale su ”Gli immigrati nel mercato del lavoro in Italia 2013” presentato a Roma e curato dalla Direzione generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Secondo lo studio, gli altri settori economici in cui sono stati assunti lavoratori extracomunitari nella regione sono le attività svolte da famiglie e convivenze (21,1%): sono le legioni di badanti e di domestici che entrano nelle case per assistere la gente. Poi alberghi e ristoranti (8,8%), commercio e riparazioni (7,3%), costruzioni (5,7%), trasporti, comunicazioni, attività finanziarie e altri servizi alle imprese (4,3%), industria in senso stretto (3,6%), altri servizi pubblici, sociali e personali (2,6%), pubblica amministrazione, istruzione e sanità (0,7%). Per quanto riguarda le imprese individuali appartenenti a cittadini non comunitari, dal rapporto emerge che quelle registrate in Calabria rappresentano il 2,9% del totale nazionale. A fine 2012 risultano essere 8.779, in aumento di 572 unità rispetto al dato registrato il 31 dicembre 2011, quando erano 8.207 (+7%).

UN esercito, in aumento – e di molto – rispetto al passato. Mentre la disoccupazione raggiunge picchi consistenti, gli extracomunitari che nel 2012 hanno trovato lavoro in Calabria sono cresciuti del 14 per cento rispetto al 2011. Impiegati nell’agricoltura, nel settore del turismo, molto spesso per i compiti che nessun altro vuole svolgere. Ma c’è anche chi decide di fare l’imprenditore in prima persona. 

Sono stati 14.706 – una fetta consistente rispetto ai numeri nazionali – i rapporti di lavoro attivati in Calabria nel 2012 che hanno interessato lavoratori stranieri con cittadinanza extra Ue. Quasi la metà sono stagionali nel settore dell’agricoltura (45,8%) a fronte di un dato medio nazionale pari al 16,5%. Come dire che in Calabria gli extracomunitari vengono impiegati nei campi il triplo di quanto avviene nel resto d’Italia.

I dati emergono dal terzo rapporto annuale su ”Gli immigrati nel mercato del lavoro in Italia 2013” presentato a Roma e curato dalla Direzione generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Secondo lo studio, gli altri settori economici in cui sono stati assunti lavoratori extracomunitari nella regione sono le attività svolte da famiglie e convivenze (21,1%): sono le legioni di badanti e di domestici che entrano nelle case per assistere la gente. Poi alberghi e ristoranti (8,8%), commercio e riparazioni (7,3%), costruzioni (5,7%), trasporti, comunicazioni, attività finanziarie e altri servizi alle imprese (4,3%), industria in senso stretto (3,6%), altri servizi pubblici, sociali e personali (2,6%), pubblica amministrazione, istruzione e sanità (0,7%). 
Per quanto riguarda le imprese individuali appartenenti a cittadini non comunitari, dal rapporto emerge che quelle registrate in Calabria rappresentano il 2,9% del totale nazionale. A fine 2012 risultano essere 8.779, in aumento di 572 unità rispetto al dato registrato il 31 dicembre 2011, quando erano 8.207 (+7%).

 

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