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COSENZA – In tempi di crisi il turismo italiano si “aggrappa” ai flussi di visitatori stranieri i quali, richiamati dalle bellezze dello Stivale, decidono di passare qui le loro vacanze. Pur intercettandone sempre meno (dal 6% di tre anni fa a meno del 5% oggi), tali flussi hanno garantito nel complesso la tenuta del settore. Tuttavia il quadro dipinto dallo studio condotto da Confesercenti-Ref, risulta essere del tutto negativo per la Calabria e per tutto il Meridione. Vuoi per la mancanza di promozione dei patrimoni artistici e ambientali, vuoi per la carenza di infrastrutture, ma sta di fatto che gli stranieri preferiscono il Centro-Nord. Pur avendo una percezione complessivamente positiva dell’Italia, con un indice di gradimento altissimo (il voto medio complessivo assegnato al nostro paese e di 8,25), si registrano delle profonde differenze territoriali per quanto riguarda le mete preferite dagli stranieri. Soltanto il 13 % dei non residenti in Italia ha scelto una regione del Mezzogiorno e nei giudizi espressi sui vari aspetti di questi territori, tali regioni risultano essere quasi sempre nelle ultime posizioni della classifica. Con un’unica eccezione: il settore dell’enogastronomia. Il trionfo del Nord. Gli stranieri tendono a privilegiare mete nel Centro-Nord: Roma mantiene la testa della classifica degli arrivi, seguita da Milano, Venezia e Firenze. Ma si fa valere anche la provincia italiana: subito dopo, in graduatoria, compaiono città come Varese, Imperia, Trieste, Como. Lusinghieri anche i voti assegnati dai turisti stranieri alle varie Regioni italiane. Nella classifica dei giudizi complessivi si trova in testa la Toscana (8,57) seguita da Valle D’Aosta (8,55) e Umbria (8,52). La cultura attrae i più giovani. La maggior parte dei turisti che vengono in Italia si concentra nelle classi d’età 35-44 anni e 45-64, ovvero nelle fasce centrali. Le vacanze per motivi culturali interessano proporzionalmente di più i giovani (fino a 44 anni), mentre tra i turisti maturi incidono di più le vacanze in montagna o al lago, quelle in agriturismo o enogastronomiche. Il dettaglio: Calabria ok solo nell’enogastronomia. Non è positivo il giudizio dato dai turisti esteri sulla nostra regione. Nei vari aspetti valutati il riscatto calabrese si ha solo nell’enogastronomia con un quarto posto e un ottimo voto dell’8,98 (precedono Abruzzo, Campania e Basilicata). Nella percezione della sicurezza, invece, arriva la maglia nera. Un 7,69 che porta la Calabria all’ultimo posto, contro l’8,95 della Sardegna che sbaraglia tutti e vola in testa, seguita a ruota da Trentino e Valle D’Aosta. Ma anche negli altri settori, la Calabria, così come le altre regioni del Sud, tende a collocarsi negli ultimi posti. Penultima posizione, con un modesto 8,04, per quel che riguarda l’arte (peggio di noi solo l’Abruzzo) e per il giudizio sugli alberghi (7,75 con solo il Lazio che è messo peggio e ottiene un 7,67). Per la qualità e disponibilità di informazioni c’è il quartultimo posto (6,82) mentre per la cortesia si risale la classifica di due posizioni e si ottiene un 8,36. Anche per la valutazione ambientale va un po’ meglio (8,56) anche se si è ancora troppo lontani dal 9,28 della Valle D’Aosta. Le carenze del Sud: infrastrutture e promozione. I problemi che affliggono le regioni meridionali e che rappresentano un vero e proprio deterrente per chi vuole venire a trascorrere le proprie vacanze sono ormai note. In primis le carenze infrastrutturali. I territori meridionali, soprattutto quelli non facilmente serviti da collegamenti con gli aeroporti, secondo Confesercenti hanno ancora problemi di accessibilità, e questo contribuisce a spiegare perchè siano relativamente trascurati dai flussi internazionali. In secondo luogo la mancanza di promozione del patrimonio artistico e culturale. Se si considera che la vacanza culturale è il motivo prevalente pe ri viaggi turistici in Italia, ma che questo aspetto incide pochissimo nelle regioni meridionali, questo denota l’esigenza di un’organica politica promozionale (in concerto con il Governo nazionale, sottolinea Confesercenti) che punti a far conoscere al mondo l’immenso patrimonio che queste regioni possiedono. Già penalizzate da una presenza industriale modesta, questi territori hanno bisogno di trarre proprio dal settore turistico la linfa vitale per crescere e svilupparsi.

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