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CATANZARO – La decisione del Governo Letta di abolire l’Imu avrà diverse conseguenze per i cittadini italiani, la prima, la più immediata, sarà ovviamente la produzione di un risparmio che però sarà variabile da regione a regione con la Calabria che fa segnare il livello medio per famiglia più basso d’Italia. La regione in punta allo Stivale, infatti, è passata dall’essere la regione più conveniente per l’imu media per famiglia più bassa d’Italia a quella che produce meno risparmio. Il gettito complessivo dell’imposta municipale unica in Calabria era di 32.574.838 euro con un peso medio per ciascuna famiglia pari a 57 euro. L’abolizione dell’imposta, quindi, non produrrà, in media, ai calabresi un risparmio notevole. Naturalmente, il fatto che la spesa media delle famiglie sia la più bassa d’Italia non vuol dire che non vi siano casi di imposta elevata che alcuni cittadini erano stati chiamati a pagare lo scorso anno, l’unico di effettiva vigenza dell’imposta patrimoniale. 

Ad ogni modo con l’abolizione dell’Imu sulla prima casa i maggiori benefici ricadranno sulle tasche delle famiglie laziali: a seguito di un gettito complessivo sulla prima casa che nel 2012 ha portato nelle casse dei Comuni laziali 753,2 milioni di euro, con il mancato pagamento le famiglie risparmieranno nell’arco dell’anno 457 euro. A ruota seguono quelle della Liguria, con un gettito 2012 di 170,1 milioni di euro, pari ad una media per famiglia di 295 euro all’anno. Al terzo posto le famiglie piemontesi: dopo aver pagato l’anno scorso ben 379,5 milioni di euro, il vantaggio su base annua sarà di 274 euro. In coda per quanto riguarda il vantaggio tratto dalle famiglie ci sono la Basilicata (85 euro) e, per l’appunto, la Calabria (57). 
LA SODDISFAZIONE DI ANCE CALABRIA – Soddisfazione per «i provvedimenti varati dal Consiglio dei Ministri» è stata espressa dall’Ance Calabria, tramite il presidente Francesco Cava che rimarca come in questo modo siano state recepite «le istanze dei costruttori, ridando ossigeno al settore». In particolare i costruttori ritengono che «tali provvedimenti siano un primo punto fondamentale per far ripartire l’edilizia e venire incontro alle famiglie per l’acquisto di case. La revisione dell’Imu, con l’eliminazione di quella sull’invenduto e le misure a favore dei mutui, una sorta di nuovo Piano per la casa – prosegue Cava – sono una risposta concreta ed immediatamente efficace per tutto il settore in un periodo di grande crisi per le imprese e di contrazione e blocco dei lavori pubblici. L’azione intrapresa dal Governo Letta va nella giusta direzione di ridare centralità al settore delle costruzioni edili che finalmente viene individuato ‘a pieno titolo’ come elemento e motore di crescita economica complessiva».
UN PIANO STRAORDINARIO PER L’EDILIZIA IN CALABRIA – Una sorta di «grande boccata d’ossigeno per le imprese in una fase congiunturale particolarmente difficile ed in attesa che si possa avviare un nuovo significativo piano di investimenti infrastrutturali, utile e necessario soprattutto per lo sviluppo del Paese. Queste misure che hanno funzione anticiclica, possono però essere accompagnate da misure che anche la Regione può mettere in cantiere per sostenere e sviluppare il settore dell’edilizia che, in regione, costituisce non solo un settore maturo ma anche e soprattutto un settore che contribuisce significativamente al Pil». Cava ipotizza ad esempio «le misure regionali ancora in itinere legate al credito per le imprese, il riequilibrio finanziario delle strutture aziendali o ancora la pratica operatività dei Fondi di garanzia. Ed in attesa di costruire il futuro, attraverso la nuova programmazione delle risorse comunitarie, si potrebbe anche pensare di attuare un Piano straordinario di rilancio dell’edilizia in Calabria che potrebbe essere attuato attraverso la realizzazione di un Piano di piccole e medie opere immediatamente cantierabili, che, come Ance Calabria, abbiamo appena finito di monitorare e redigere e che nei prossimi giorni sottoporremo proprio all’attenzione dell’Amministrazione regionale».
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