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CATANZARO – L’ultimo rapporto dell’Istat sui livelli trimestrali di occupazione e disoccupazione traccia un disegno devastante per la Calabria che sfonda il tetto del 20% tra i disoccupati toccando addirittura il 21,5%. Questo vuol dire che più di un calabrese su cinque abile al lavoro in questo momento ufficialmente non ha alcuna occupazione. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno l’aumento è stato di 1,7 punti percentuali. 

Ma il livello dei disoccupati non è la sola notizia negativa che giunge dall’analisi dei dati messi a disposizione dall’istituto di statistica nazionale. Cala, infatti, anche il tasso di attività delle persone comprese tra i 15 e i 64 anni passando dal 51,9% al 49,%, questo vuol dire che più delle metà delle persone ricomprese nel range analizzato risulta essere inattivo (ossia né studente né lavoratore) e se poi andiamo a verificare nel medesimo range di età quello che è il tasso di occupazione scopriamo che in un anno la percentuale degli occupati calabresi è scesa di 2,5 punti percentuali (ben più dell’aumento del tasso di disoccupazione) passando dal 41,5 percento del secondo trimetre 2012 all’attuale 39%. 
Insomma, il lavoro in Calabria diviene sempre di più un miraggio e continuano ad aumentare quelli che il lavoro non ce l’hanno ponendo la Calabria al terzo posto dopo la Campania (21,9%) e la Sicilia (21,6%) tra le regioni con il più alto tasso di disoccupazione con quasi il doppio del dato nazionale (12%) poco meno di 2 punti percentuali in più rispetto al dato medio del Meridione (19,8%). 
Per capire meglio il livello di occupazione in Calabria appare opportuno analizzare i dati in termini assoluti piuttosto che percentuali. In questo caso scopriamo che un anno fa la Calabria contava 705 mila unità di forza lavoro scene a 674 mila quest’anno. La diminuzione delle persone abili al lavoro (in larga parte dovuta a nuovi flussi migratori) non ha portato molto giovamento al livello occupazionale. Infatti, se nel secondo trimestre 2012 gli occupati calabresi erano 565 mila con 140 mila persone in cerca di occupazione, oggi gli occupati sono scesi a 529 mila unità mentre il numero di coloro che sono in cerca di lavoro è salito a 145 mila persone. Questo vuol dire che in un anno, per varie ragioni, 26 mila calabresi non sono più considerati facenti parte della forza lavoro perché hanno raggiunto i limiti di età della pensione o perché emigrati. Un ulteriore impoverimento della potenzialità produttiva di una regione che non riesce più a dare ai suoi cittadini occasioni di costruire una prospettiva lavorativa stabile.Per quanto riguarda i settori in cui gli occupati calabresi sono attivi si evidenzia come la stragrande maggioranza sia impegnata nel settore dei Servizi che impiega 396 mila persone di cui 286 mila unità di lavoratori dipendenti e 110 mila di lavoratori autonomi, a seguire l’industria dove i lavoratori sono 79 mila (55 mila dipendenti e 24 mila indipendenti), infine l’agricoltura impegna 54 mila persone di cui 42 dipendenti e 11 mila indipendenti.
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