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CATANZARO   – La Calabria si conferma tra le Regioni che hanno tagliato maggiormante i posti letto degli ospedali dal 2009 ad oggi. Nell’arco di tre anni, dal 2009 al 2012 in Italia si è infatti registrata una ulteriore riduzione di 20.685 posti letto ospedalieri pubblici e privati del nostro Sistema sanitario nazionale. Ed il ridimensionamento è destinato a proseguire, per raggiungere gli standard numerici fissati dalla legge di Spending Review. Secondo l’elaborazione di “Quotidiano Sanità”, il trend di riduzione dei posti letto ospedalieri non si è dunque fermato: tra il 2009 e il 2012 ne sono stati cancellati altri 20.685, considerando sia i posti per pazienti acuti che quelli per non acuti. Si è passati infatti dai 251.023 del 2009 ai 230.338 del 2012, con una riduzione dell’8,3%. Un taglio che si somma a quello già effettuato tra il 2000 e il 2009, pari ad un totale di 45.000 posti letto.
Ma non basta: la media nazionale per posti letto ospedalieri, rileva Quotidiano Sanità, è infatti al 3,9 per 1000 abitanti, vicina cioè al 3,7 previsto dalla spending review del governo Monti. Tuttavia, per raggiungere lo standard fissato servirà un’ulteriore riduzione di 7mila posti. Per rispettare i parametri infatti, e considerando la popolazione Istat al 1 gennaio 2012 pari a 59.394.207 residenti, si sottolinea nell’elaborazione, “occorrerà tagliare, come annunciato dall’ex ministro Balduzzi, circa 14 mila letti per acuti e incrementare di circa 6.600 i letti dedicati ai non acuti, con un saldo in ogni caso negativo di oltre 7mila posti letto da tagliare».
In percentuale, i maggiori decrementi di posti letto ospedalieri si registrano nelle Regione del Sud e la Calabria si trova ora ad essere sotto il parametro del 3,7 per mille imposto dalla normativa nazionale, infatte è del 3,2% e in alcune aree delle ex Asl addirittura sotto il 2,5%.   
Mette in guardia dalle conseguenze che tali tagli determineranno a carico dei cittadini è il segretario nazionale Fp-Cgil Medici, Massimo Cozza: «Il taglio dei posti letto, accompagnato dal taglio delle risorse per la sanità pubblica, che per la prima volta nel 2013 sono state ridotte anche in valore assoluto per circa 1 mld, rappresenta – afferma – una miscela esplosiva in assenza di un potenziamento dei servizi territoriali e di una riqualificazione della rete ospedaliera». Infatti, «senza strutture territoriali aperte 24 ore su 24, in grado di dare risposte alternative a chi non avrebbe bisogno di prestazioni ospedaliere – avverte il leader sindacale – la drastica riduzione dei letti rischia di allungare le attese ai pronto soccorso e di peggiorare l’assistenza per i cittadini e le condizioni di lavoro dei medici e degli operatori sanitari». La questione, conclude Cozza, «aarà tra quelle che verranno affrontate nell’ambito dei prossimi incontri tra governo e Regioni per la definizione del nuovo Patto per la salute».

CATANZARO   – La Calabria si conferma tra le Regioni che hanno tagliato maggiormante i posti letto degli ospedali dal 2009 ad oggi. Nell’arco di tre anni, dal 2009 al 2012 in Italia si è infatti registrata una ulteriore riduzione di 20.685 posti letto ospedalieri pubblici e privati del nostro Sistema sanitario nazionale. Ed il ridimensionamento è destinato a proseguire, per raggiungere gli standard numerici fissati dalla legge di Spending Review. Secondo l’elaborazione di “Quotidiano Sanità”, il trend di riduzione dei posti letto ospedalieri non si è dunque fermato: tra il 2009 e il 2012 ne sono stati cancellati altri 20.685, considerando sia i posti per pazienti acuti che quelli per non acuti. 

 

Si è passati infatti dai 251.023 del 2009 ai 230.338 del 2012, con una riduzione dell’8,3%. Un taglio che si somma a quello già effettuato tra il 2000 e il 2009, pari ad un totale di 45.000 posti letto.Ma non basta: la media nazionale per posti letto ospedalieri, rileva Quotidiano Sanità, è infatti al 3,9 per 1000 abitanti, vicina cioè al 3,7 previsto dalla spending review del governo Monti. Tuttavia, per raggiungere lo standard fissato servirà un’ulteriore riduzione di 7mila posti. Per rispettare i parametri infatti, e considerando la popolazione Istat al 1 gennaio 2012 pari a 59.394.207 residenti, si sottolinea nell’elaborazione, “occorrerà tagliare, come annunciato dall’ex ministro Balduzzi, circa 14 mila letti per acuti e incrementare di circa 6.600 i letti dedicati ai non acuti, con un saldo in ogni caso negativo di oltre 7mila posti letto da tagliare».

In percentuale, i maggiori decrementi di posti letto ospedalieri si registrano nelle Regione del Sud e la Calabria si trova ora ad essere sotto il parametro del 3,7 per mille imposto dalla normativa nazionale, infatti è del 3,2 e in alcune aree delle ex Asl addirittura sotto il 2,5.   Mette in guardia dalle conseguenze che tali tagli determineranno a carico dei cittadini è il segretario nazionale Fp-Cgil Medici, Massimo Cozza: «Il taglio dei posti letto, accompagnato dal taglio delle risorse per la sanità pubblica, che per la prima volta nel 2013 sono state ridotte anche in valore assoluto per circa 1 miliardo, rappresenta – afferma – una miscela esplosiva in assenza di un potenziamento dei servizi territoriali e di una riqualificazione della rete ospedaliera». Infatti, «senza strutture territoriali aperte 24 ore su 24, in grado di dare risposte alternative a chi non avrebbe bisogno di prestazioni ospedaliere – avverte il leader sindacale – la drastica riduzione dei letti rischia di allungare le attese ai pronto soccorso e di peggiorare l’assistenza per i cittadini e le condizioni di lavoro dei medici e degli operatori sanitari». La questione, conclude Cozza, «sarà tra quelle che verranno affrontate nell’ambito dei prossimi incontri tra governo e Regioni per la definizione del nuovo Patto per la salute».

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