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 REGGIO CALABRIA, 10 SET – “In merito agli annunciati tagli al servizio ferroviario regionale”, Trenitalia, in una nota, “precisa ancora una volta che è la Regione, nella sua veste di committente e finanziatore del servizio, a stabilire consistenza e caratteristiche dell’offerta”.
“Non è, quindi, Trenitalia che ‘taglià – prosegue la nota – come erroneamente viene presentato all’opinione pubblica. E’ piuttosto la Regione a non avere le risorse per tutti i servizi richiesti nel contratto firmato con Trenitalia. La valutazione di quali corse cancellare è stata condivisa tra Regione e Trenitalia”.
“Tra l’altro Trenitalia – si afferma ancora nel comunicato – vanta, ad oggi, un anno e mezzo di crediti rispetto a servizi già erogati in passato e non ancora pagati dalla Regione Calabria”.

I SOLDI per i treni in Calabria non ci sono. Per qualli futuri ma nemmeno per quelli passati. La polemica sul taglio dei convogli regionali, dopo l’annuncio della scomparsa di altre 14 corse che si è concretizzata da domenica scorsa, rimbalza verso il palazzo di Catanzaro nel quale ha sede la giunta regionale. «E’ la Regione, nella sua veste di committente e finanziatore del servizio, a stabilire consistenza e caratteristiche dell’offerta», si legge in una nota di Trenitalia. Ma la Regione, aggiungono da Roma, già non paga i servizi attuali: i debiti accumulati da Palazzo Alemanni ammontano, secondo quanto afferma l’azienda del gruppo Fs, ad un anno e mezzo di «servizi già erogati in passato e non ancora pagati dalla Regione Calabria».

E ora, mancando le risorse, si è dovuto ritoccare il contratto. Ma la valutazione di quali corse cancellare, rivendicano da Roma, «è stata condivisa tra Regione e Trenitalia». Un’affermazione che però è stata seccamente smentita dall’assessore regionale Luigi Fedele: «Nessuna condivisione, tant’è che in data odierna è stata inviata una nota ufficiale a Trenitalia con un invito perentorio a non procedere alla cancellazione sulla fascia ionica». L’esponente di giunta, invece, conferma il debito («è già stato messo in atto un piano affinchè siano onorati in tempi brevi ed è stato fissato per lunedì 16 settembre un incontro tra i tecnici del Bilancio, dei Trasporti, e di Trenitalia») e la carenza di risorse alla base dei tagli.

Quella della definizione dei servizi ferroviari, in effetti, è una vera e propria compravendita nella quale, sulla base dei soldi che si possono spendere, vengono aggiunte o rimosse le voci. In questo caso a farne le spese sono stati convogli che collegano Catanzaro a Reggio, Reggio alla zona della Locride e Lamezia alla piana di Gioia Tauro. 

GUARDA L’ELENCO DEI TRENI TAGLIATI

Dopo la privatizzazione di Ferrovie dello Stato, Trenitalia gestisce in proprio gli orari sulle tratte che portano profitto, come quelle dell’alta velocità, mentre si rifà ai contratti di servizio con Governo e Regioni per gli altri percorsi, che vanno assicurati proprio in virtù della loro pubblica utilità a prescindere dal margine di guadagno. Per i convogli a lunga percorrenza è il ministero che sceglie su una sorta di catalogo che include prezzi e servizi, per quelli locali la stessa procedura la svolgono gli assessorati. E così, già nel 2011, l’allora ministro Matteoli davanti alle lamentele per il fatto che la Calabria sta rimanendo isolata dopo i tagli di treni a lunga percorrenza, rispose in Parlamento che la tendenza sarebbe stata sempre al ribasso: si tratta, di un servizio «commercialmente in perdita, in quanto sovvenzionata da risorse pubbliche». In pratica, cioé, il treno lo prendono in pochi e quindi va pagato con soldi di Stato e Regioni, che però hanno le casse a secco. 

Da qui i tagli di servizi, che però innescano un meccanismo a catena: con la copertura che diventa sempre più carente, chi è che continuerà a spostarsi in treno?

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