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CATANZARO – La Filcams Cgil Calabria ha dichiarato lo stato d’agitazione dei circa 1.050 dipendenti impiegati nei 27 punti vendita presenti sul territorio regionale con marchio della Despar. «La decisione – spiega una nota del sindacato – è stata presa insieme alle strutture Territoriali e alle Rsa aziendali al termine dell’incontro, dagli esiti negativi, che si è tenuto ieri sera (20 settembre) con i rappresentanti aziendali. Se non sarà invertita la rotta – prosegue la nota – il sindacato è pronto inoltre a proclamare uno sciopero». Dalla riunione svolta ieri sera, infatti, è emersa «la volontà del gruppo Despar (che fa capo a due società: la Alidis e la Gam) di non voler rispettare gli accordi sottoscritti con le organizzazioni sindacali il 31 maggio e il 10 giugno scorsi». In particolare, negli accordi, secondo la Filcams, vista la situazione di crisi aziendale e per salvaguardare quindi la continuità aziendale e i livelli occupazionali, «è prevista la cassa integrazione on the job per i lavoratori con contestuale attività di formazione teorica e pratica. Durante l’incontro di ieri, i rappresentanti societari hanno annunciato l’impossibilità di rispettare le date di erogazione degli arretrati indicate negli accordi, nè di poter fornire una scadenza certa per il pagamento degli stipendi correnti che i lavoratori della Despar (devono ricevere anche il saldo di marzo e la mensilità di aprile e la quattordicesima mensilità) rivendicano con puntualità». L’azienda ha inoltre deciso «di ridurre le attività di formazione che costituisce l’elemento cardine degli accordi di cassa integrazione on the job. Una decisione che rischia di vanificare gli sforzi fatti dalle parti per garantire la solidità societaria e l’occupazione. Alla luce della riunione di ieri sera, la Filcams Cgil Calabria – continua il comunicato – ha inviato una lettera al presidente del gruppo Despar, Antonio Gatto, affinchè intervenga per ripristinare il rispetto degli accordi sottoscritti, in caso contrario il sindacato ribadisce la volontà di proclamare uno sciopero non escludendo anche la disdetta degli accordi stessi».
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