X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

CATANZARO – Cosa succede se in una regione già povera crollano anche due pilastri fondanti? E’ quello che sta accadendo in Calabria, dove la crisi generale ha travolto soprattutto commercio e turismo, cancellando centinaia di posti di lavoro e aziende con nomi blasonati, alle quali si aggiungono piccole e medie imprese che chiudono battenti ogni giorno. 

La denuncia della Filcams Cgil Calabria arrriva nel giorno della protesta di Corigliano Calabro, dove in piazza sono scese le organizzazioni sindacali di Cgil, Cisl e Uil per dire no alla nuova Legge di stabilità, ma anche per chiedere risposte concrete ai tanti lavoratori precari. In questo contesto, la Filcams Cgil Calabria sottolinea come “persino la grande distribuzione è in declino: hanno chiuso Conforama, Gdm e il gruppo Ferrigno, con circa mille posti di lavoro persi; Despar, Carrefour, Auchan, Cordua, Di Più Distribuzione da tempo utilizzano gli ammortizzatori sociali per più di duemila dipendenti. A questi si aggiungono le migliaia di piccole e medie aziende che tirano giù la saracinesca quotidianamente con migliaia di lavoratori licenziati e quasi cinquemila dipendenti in cassa integrazione o con un contratto di solidarietà”. E’ il crollo di un mito. Quello di un settore, quale il commercio, che in Calabria ha fatto crescere intere famiglie, alimentando un’economia sempre zoppicante, ma in grado di mantenere migliaia di posti di lavoro. Doveva essere il settore più sicuro, garantito da quel motto storico “Tanto si mangia lo stesso”, che invece è stato rinnegato da una crisi sempre più crescente che ha portato le famiglie a tagliare anche i beni di prima necessità. 
Analogo destino è toccato al turismo. La regione con 800 chilometri di costa, con le bellezze incontaminate e la possibilità di offrire mare e montagna in pochi chilometri, è diventata una Cenerentola, almeno stando ai numeri del sindacato. “Nel turismo – scrive la Cgil – è fallito il gruppo Valtour che in Calabria aveva due villaggi turistici con circa 300 addetti stagionali. Sono in crisi grosse strutture alberghiere, a partire dal prestigioso Hotel 501, dove lavoravano 78 addetti. Non vanno dimenticate poi le estreme difficoltà di numerose attività ricettive, molti addetti non raggiungono nemmeno le giornate di lavoro minime per accedere agli ammortizzatori sociali. I tagli alla sanità, con la riduzione delle convenzioni, hanno indebolito le strutture termali calabresi che nei periodi di massima stagionalità occupano più di mille persone”. Una ecatombe, dunque, che si mostra nella freddezza dei dati, ma che si testimonia ogni giorno, nei disagi crescenti di tante famiglie. 
La ricetta della Filcams Cgil per rilanciare il turismo e il commercio è quella di chiedere all’amministrazione Scopelliti di varare al più presto i rispettivi piani regionali. “Al Governo – è scritto ancora nella nota – il sindacato richiede invece la destinazione di risorse ad hoc per consentire alle pubbliche amministrazioni di pagare i debiti contratti con le società che per loro conto gestiscono attività terziarizzate. Sempre per i servizi esternalizzati, è necessario garantire i livelli occupazionali ed evitare le gare al massimo ribasso”. Quel che è certo è che occorre intervenire tempestivamente, perché il perdurare della crisi economica o addirittura un suo aggravarsi potrebbe avere effetti drammatici su tante, troppe famiglie.
Saverio Puccio
Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE