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CATANZARO – La produzione dell’olio di oliva, per la campagna 2013-2014, rischia di registrare un crollo vertiginoso in Calabria. Le stime sono delle associazioni di categoria Ismea, Aifo, Cno e Unaprol, le quali indicano per la nostra regione una diminuzione di produzione pari al 20 per cento. Un dato allarmante, se si considera che si abbina al calo previsto anche in Puglia e Sicilia che, proprio insieme alla Calabria, rappresentano il 70 per cento della produzione oleicola nazionale.

L’allarme è stato lanciato nel corso di un’iniziativa che si è svolta a Roma, dove è stato sottolineato come l’olio di oliva italiano è in crisi e occorre un intervento per salvarlo. Un messaggio partito da Roma, dove erano presenti i rappresentanti dei produttori, in conferenza stampa al ministero per le Politiche agricole. 
Il presidente dell’Ismea, Arturo Semerari, ha reso noto che in base ad alcune stime formulate in collaborazione con Aifo, Cno e Unaprol, saranno prodotte meno di 480mila tonnellate di olio di oliva in Italia nella campagna 2013-2014. Ovvero, l’8% in meno rispetto al dato, ancora provvisorio, diffuso dall’Istat per il 2012. E come se non bastasse, sono in calo anche i prezzi, ha sottolineato Semerari, spiegando che tale fenomeno è dovuto all’aumento della produzione in Spagna. Ma questo non è l’unico motivo per il presidente di Unaprol, Massimo Gargano: “Per far risalire i prezzi – ha detto – dobbiamo rimuovere dal mercato tutto il falso che c’è”.
Della stessa idea è il presidente del Cno, Gennaro Sicolo: “Bisogna fare poche cose semplicissime. Se il costo di produzione di un olio extra vergine di oliva in Puglia è di 3,50 euro come è possibile trovare delle bottiglie a 2,50 euro?”. Se non si interviene in qualche modo, hanno spiegato tutti, rischiamo di avere produttori che abbandoneranno le loro coltivazioni. “E’ necessario creare una coscienza collettiva rispetto al problema della contraffazione”, ha aggiunto Gargano ricordando che “abbiamo 60 miliardi di agropirateria che condizionano lo sviluppo e la storia del nostro paese, mettendo anche a rischio la salute dei cittadini”. Quest’anno, poi, a danneggiare il settore, “c’è stato anche il perdurare della siccità in aree non irrigue e la diffusione del batterio Xylella fastidiosa nel Salento”, ha evidenziato Gargano. 

“Il governo sta lavorando a un piano nazionale” per il settore olivicolo, ha rassicurato il sottosegretario Giuseppe Castiglione, aggiungendo che “dobbiamo investire in ricerca e puntare sulla qualità perchè solo così il nostro paese può competere”. Secondo le stime di Ismea, Aifo, Cno e Unaprol, nella campagna 2013-2014 diminuiranno la produzione soprattutto le regioni del Sud, che sono le più importanti per il comparto: Puglia (-5 per cento, con 181mila tonnellate); Calabria (-20, con poco più di 106mila) e Sicilia (-10 con circa 44mila). Queste tre regioni rappresentano . Sono quindi dati preoccupanti che non potranno essere compensati dalla netta crescita che si è invece registrata in altre regioni come la Liguria (+20 per cento, con 6.910 tonnellate) e l’Umbria (+30 con 6.710).
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