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CATANZARO – La Calabria vola o quasi, oltre l’Europa e ha aziende medio piccole che esportano in Svizzera (23 per cento), in Germania (10,7 per cento) e negli Stati Uniti (6,5 per cento), c’è anche la Francia, l’Austria e il Regno Unito come paesi che accolgono i prodotti calabresi, in percentuali minori per poco più della metà dell’import calabrese si tratta di prodotti del comparto agricolo e alimentare, ad eccezione delle macchine di impiego generale la cui esportazione cresce (più 72 per cento), così come segna un netto segno positivo l’esportazione di pesci, crostacei e molluschi (più 17 per cento). Ecco che cosa viene fuori dal report “dell’economia calabrese nello scenario globale”, patrocinato dalla Regione Calabria (il dipartimento è quello dell’Internalizzazione e dei rapporti Ue), con i fondi Por, attraverso un progetto chiamato Sprint che ha l’obiettivo di agevolare le imprese locali, affinchè vadano oltre i confini locali e, per migliorarsi, non si può che studiare ciò che è l’attuale quadro economico. Da qui viene fuori la Calabria che non si conosce, quella che lavora anche per conto di terzi e sfond ail mercato internazionale.
I dati vengono fuori da un osservatorio, attivo anche grazie ad uno sportello di front office, che ha contatti diretti con le imprese. A presentare i risultati a Palazzo Alemanni, ieri, è stato l’assessore, Luigi Fedele, il direttore generale, Franco Zoccali, la dirigente, Cristofaro e Alfredo Fortunato, rappresentante di un’azienda privata di supporter al progetto regionale.
“Tutto ciò serve per operare meglio e far crescere, anche in questa fase di crisi economica, la Calabria., ci troviamo spesso di fronte ad un mercato nuovo, per esempio la Corea è interessata al nostro kiwi e l’America ai nostri prodotti agroalimentari”, dice Fedele che con una delegazione di imprenditori è stato in Corea. Dai dati, pubblicati anche sul sito”Sprint”, viene fuori che Reggio Calabria è la provincia che detiene la quota maggiore con il 31 per cento di export, Catanzaro si attesta al 29 per cento, Cosenza rimane stabile con il suo 23 per cento. Diminuisce l’incidenza percentuale delle province di Crotone e Vibo, che nel 2102 (l’anno a cui si fa riferimento) rappresentano poco meno del 16 er cento dell’export regionale, a fronte del 22,4 per cento del 2010.

CATANZARO – La Calabria vola o quasi, oltre l’Europa e ha aziende medio piccole che esportano in Svizzera (23 per cento), in Germania (10,7 per cento) e negli Stati Uniti (6,5 per cento), c’è anche la Francia, l’Austria e il Regno Unito come paesi che accolgono i prodotti calabresi, in percentuali minori per poco più della metà dell’import calabrese si tratta di prodotti del comparto agricolo e alimentare, ad eccezione delle macchine di impiego generale la cui esportazione cresce (più 72 per cento), così come segna un netto segno positivo l’esportazione di pesci, crostacei e molluschi (più 17 per cento). 

 

Ecco che cosa viene fuori dal report “dell’economia calabrese nello scenario globale”, patrocinato dalla Regione Calabria (il dipartimento è quello dell’Internalizzazione e dei rapporti Ue), con i fondi Por, attraverso un progetto chiamato Sprint che ha l’obiettivo di agevolare le imprese locali, affinchè vadano oltre i confini locali e, per migliorarsi, non si può che studiare ciò che è l’attuale quadro economico. Da qui viene fuori la Calabria che non si conosce, quella che lavora anche per conto di terzi e sfond ail mercato internazionale.

L’ORO DI CHI NON CE LA FA – Dopo l’agroalimentare, spuntano oro, gioielleria e bigiotteria d’alta classe, prevalentemente ricavati dai negozi di Compro oro ai quali la gente cede i propri preziosi. E poi nautica, macchinari e calzature rimangono punti di forza. In Svizzera vanno soprattutto oro e oggetti preziosi, in Germania macchinari, gli Stati Uniti e la Libia: un 7,2% di prodotti per l’estrazione del petrolio. Attenzione forte anche verso i mercati dell’Est europeo, l’Australia e la Cina.

REGGIO ESPORTA PIU’ DI TUTTI – I dati vengono fuori da un osservatorio, attivo anche grazie ad uno sportello di front office, che ha contatti diretti con le imprese. A presentare i risultati a Palazzo Alemanni, stamattina, è stato l’assessore, Luigi Fedele, il direttore generale, Franco Zoccali, la dirigente Cristiano e Alfredo Fortunato, rappresentante di un’azienda privata di supporter al progetto regionale.“Tutto ciò serve per operare meglio e far crescere, anche in questa fase di crisi economica, la Calabria., ci troviamo spesso di fronte ad un mercato nuovo, per esempio la Corea è interessata al nostro kiwi e l’America ai nostri prodotti agroalimentari”, dice Fedele che con una delegazione di imprenditori è stato in Corea. Dai dati, pubblicati anche sul sito”Sprint”, viene fuori che Reggio Calabria è la provincia che detiene la quota maggiore con il 31 per cento di export, Catanzaro si attesta al 29 per cento, Cosenza rimane stabile con il suo 23 per cento. Diminuisce l’incidenza percentuale delle province di Crotone e Vibo, che nel 2102 (l’anno a cui si fa riferimento) rappresentano poco meno del 16 er cento dell’export regionale, a fronte del 22,4 per cento del 2010.

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