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LAINO BORGO – Il Consiglio di Stato ha deciso: per ora la centrale del Mercure va spenta. Il massimo tribunale amministrativo ha rigettato il ricorso dell’Enel che chiedeva la sospensiva dello stop alla attività dell’impianto di Laino Borgo come ha stabilito la sentenza del Tar della Calabria che ha annullato l’ok alla riattivazione dato dalla Regione Calabria l’anno scorso.
«Considerato che la causa, per l’importanza delle questioni che vi si propongono – ha motivato la sesta sezione del Consiglio di Stato – necessita di essere rapidamente definita nel merito, per la cui trattazione appare opportuno fissare l’udienza pubblica del 8 aprile 2014; considerato che, nelle more della definizione del merito del ricorso, appare opportuno, tenuto conto dei profili afferenti il fumus boni iuris ed il periculum in mora, tener ferme le statuizioni contenute nella impugnata sentenza di primo grado». Insomma: la centrale va spenta, fino all’udienza di merito, quando si deciderà se vale la decisione del Tar, che ha annullato l’iter del Dipartimento della attività produttive della Regione, oppure se la centrale potrà essere riattivata.  Nel primo caso, comunque, l’Enel riavvierà il procedimento daccapo ed ha già proposto una serie di bonus di compensazione economica per le due Regioni, l’ente Parco e i Comuni interessati dalle emissioni dell’impianto, a condizione che diano però parere favorevole.
Festa tra le file del Forum Ambientalista, che da sempre si oppone alla riaccensione della centrale a biomasse di Laino; disappunto degli operatori del settore boschivo che nella riattivazione dell’impianto vedono la ripresa del lavoro. La decisione del Consiglio di Stato  – ha detto  Antonio Domenico Derenzo, presidente Consorzio Legno Calabria – ci lascia sconcertati come imprenditori, padri di famiglia e datori di lavoro. In questi sei mesi di funzionamento la centrale Enel ha favorito lo sviluppo economico del territorio e della filiera delle biomasse come mano d’opera, acquisto e manutenzione di boschi, acquisto di attrezzature. Proprio in virtù di contratti stipulati con Enel i consorzi del legno hanno investito milioni di euro. Grazie alla centrale sono nate nuove aziende e nuovi posti di lavoro in un’area devastata dalla disoccupazione. Oggi siamo terrorizzati dal fatto di non poter onorare gli impegni economici presi. Ci espongono al fallimento, devastano le poche iniziative imprenditoriali della zona e buttano in mezzo alla strada migliaia di persone che grazie alla centrale avevano trovato un impiego stabile e utile per tutta la comunità. È chiaro però che non staremo con le mani in mano. I lavoratori vogliono giustizia perché questo stop è inaccettabile. È il frutto di un Italia che va a rotoli a causa della sua mala amministrazione e degli eccessi di burocrazia; non certo a causa di una centrale che in questo periodo di funzionamento ha dimostrato largamente la piena compatibilità con l’ambiente, la salute e il territorio”.

LAINO BORGO – Il Consiglio di Stato ha deciso: per ora la centrale del Mercure va spenta. Il massimo tribunale amministrativo ha rigettato il ricorso dell’Enel che chiedeva la sospensiva dello stop alla attività dell’impianto di Laino Borgo come ha stabilito la sentenza del Tar della Calabria che ha annullato l’ok alla riattivazione dato dalla Regione Calabria l’anno scorso. «Considerato che la causa, per l’importanza delle questioni che vi si propongono – ha motivato la sesta sezione del Consiglio di Stato – necessita di essere rapidamente definita nel merito, per la cui trattazione appare opportuno fissare l’udienza pubblica del 8 aprile 2014; considerato che, nelle more della definizione del merito del ricorso, appare opportuno, tenuto conto dei profili afferenti il fumus boni iuris ed il periculum in mora, tener ferme le statuizioni contenute nella impugnata sentenza di primo grado». 

 

Insomma: la centrale va spenta, fino all’udienza di merito, quando si deciderà se vale la decisione del Tar, che ha annullato l’iter del Dipartimento della attività produttive della Regione, oppure se la centrale potrà essere riattivata.  Nel primo caso, comunque, l’Enel riavvierà il procedimento daccapo ed ha già proposto una serie di bonus di compensazione economica per le due Regioni, l’ente Parco e i Comuni interessati dalle emissioni dell’impianto, a condizione che diano però parere favorevole. Festa tra le file del Forum Ambientalista, che da sempre si oppone alla riaccensione della centrale a biomasse di Laino; disappunto degli operatori del settore boschivo che nella riattivazione dell’impianto vedono la ripresa del lavoro.

«La decisione del Consiglio di Stato  – ha detto  Antonio Domenico Derenzo, presidente Consorzio Legno Calabria – ci lascia sconcertati come imprenditori, padri di famiglia e datori di lavoro. In questi sei mesi di funzionamento la centrale Enel ha favorito lo sviluppo economico del territorio e della filiera delle biomasse come mano d’opera, acquisto e manutenzione di boschi, acquisto di attrezzature. Proprio in virtù di contratti stipulati con Enel i consorzi del legno hanno investito milioni di euro. Grazie alla centrale sono nate nuove aziende e nuovi posti di lavoro in un’area devastata dalla disoccupazione. Oggi siamo terrorizzati dal fatto di non poter onorare gli impegni economici presi. Ci espongono al fallimento, devastano le poche iniziative imprenditoriali della zona e buttano in mezzo alla strada migliaia di persone che grazie alla centrale avevano trovato un impiego stabile e utile per tutta la comunità. È chiaro però che non staremo con le mani in mano. I lavoratori vogliono giustizia perché questo stop è inaccettabile. È il frutto di un Italia che va a rotoli a causa della sua mala amministrazione e degli eccessi di burocrazia; non certo a causa di una centrale che in questo periodo di funzionamento ha dimostrato largamente la piena compatibilità con l’ambiente, la salute e il territorio».

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