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CATANZARO – I fondi li avevano già intascati e la Regione Calabria li aveva già iscritti nell’elenco degli operatori agrituristici. Ma di autorizzazione da parte dei Comuni competenti non ci sarebbe stata alcuna traccia nelle rispettive pratiche. E l’ufficio del Dipartimento agricoltura dell’Amministrazione provinciale di Catanzaro deputata al controllo, lo sguardo dall’altra parte non lo ha voltato.
Così, pugno di ferro e via: per ben 88 aziende agrituristiche dislocate nei vari angoli del territorio provinciale è arrivata la cancellazione. Con tanto di avviso agli interessati, agli Enti comunali cui appartengono le strutture e alla stessa Regione Calabria, in quest’ultimo caso per permettere l’avvio dell’ancora più importante procedimento di recupero dei finanziamenti già stanziati. Finanziamenti che, troppo spesso, finiscono nelle tasche sbagliate, quelle di imprenditori senza scrupoli, esperti nel destinarli alle cosiddette “aziende fantasma” puntualmente oggetto dell’interesse della finanza. Che, questa volta, si potrebbe trovare già il lavoro svolto a metà, grazie all’iniziativa assunta dal Dipartimento guidato dalla dirigente, Anna Perani, che, con l’ausilio della responsabile del Servizio agricoltura, Rosanna Dell’Apa, non ha lasciato nulla al caso nella verifica certosina della documentazione necessaria a lasciare in vita le aziende finanziate.
Un iter iniziato a settembre del 2011, con la trasmissione della documentazione, relativa alle aziende regolarmente iscritte nell’elenco, dalla Regione Calabria all’Amministrazione provinciale, guidata da Wanda Ferro, che, a sua volta, ha tempestivamente richiesto ai Comuni l’elenco di quelle che risultavano in possesso dell’autorizzazione necessaria all’esercizio dell’attività agrituristica. Da lì la scoperta di un gran numero di aziende sprovviste e il conseguente avvio del procedimento di cancellazione dall’elenco con relativa raccomandata agli interessati, contestualmente alla richiesta di un’autocertificazione, finalizzata a ribaltare i termini della questione dimostrando il possesso dei requisiti necessari a restare iscritti nell’elenco, e l’avviso che, in assenza della stessa, si sarebbe proceduti con la cancellazione provvisoria, per lasciare la possibilità alla ditta inadempiente, entro un termine prestabilito, di presentare controdeduzioni in grado di scongiurare il rischio della cancellazione definitiva. Termine, tuttavia, trascorso invano, senza che alcuna delle aziende sollecitate muovesse un dito, per cui al Dipartimento competente non è rimasto che portare i nomi delle aziende “abusive” al vaglio della Commissione provinciale, composta dalle Associazioni professionali agricole maggiormente rappresentative, per poi procedere con la cancellazione definitiva delle 88 aziende risultate, senza ombra di dubbio, prive dell’autorizzazione comunale prevista dalla normativa in materia per poter esercitare l’attività agrituristica.
L’Amministrazione provinciale, dunque, la sua parte l’ha fatta. Alla Regione Calabria, adesso, procedere con il recupero dei finanziamenti. In caso contrario, alla Guardia di finanza accendere i riflettori.

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