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CATANZARO – Fondi europei, braccianti agricoli ma anche tanta sanità tra le irregolarità accertate dalla Corte dei Conti in Calabria e riferite nel corso della relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Complessivamente, ha sottolineato il procuratore regionale Cristina Astraldi De Zorzi, gli importi di condanna disposti con sentenza nel 2013 sono ammontanti a quasi 35 milioni di euro. E 14 di essi arrivano solo da sprechi in ambito sanitario. 

NELLA SANITA’ DANNI ERARIALI A 360 GRADI – «In Calabria – ha affermato il procuratore – si è assistito ad una proliferazione di danni erariali in materia sanitaria con spettro a 360 gradi». Nell’evidenziare le principali casistiche registrate dalla magistratura contabile, la relazione ha ricordato i casi dei dirigenti medici di Azienda sanitaria provinciale che hanno indebitamente percepito indennità non spettanti per avere esercitato attività libero professionale intramuraria in studi privati in assenza della prescritta autorizzazione e per avere svolto attività extraistituzionale in carenza di autorizzazione, violando  il rapporto di esclusività con l’Azienda sanitaria. Nel campo sanitario, Astraldi De Zorzi ha citato anche due atti per risarcimento danni nei confronti di sanitari ospedalieri che hanno causato il decesso di pazienti, mentre altri due hanno riguardato l’illegittimo rimborso di prestazioni sanitarie a favore di laboratori e cliniche per mancata utilizzazione del tariffario, con i quali è stato richiesto un importo di danno di circa 10 milioni di euro.

PERDITE RIDOTTE PER 179 MILIONI – La nota positiva emersa dalla relazione è che sall’inizio del piano di rientro la Regione «ha ridotto la propria perdita di circa 179 milioni di euro, essendo diminuita da 219 milioni di euro nel 2013 a 40 milioni di euro nel 2013». La Corte dei conti ha evidenziato che «tra le numerose manovre in atto, quelle che hanno contribuito alla riduzione dei costi del sistema sanitario regionale sono state: il blocco del turn-over, che ha comportato una diminuzione di circa 100 milioni di euro; la razionalizzazione della spesa farmaceutica che, attraverso la centralizzazione dell’acquisto dei farmaci, ha fatto realizzare un risparmio di 134 milioni di euro; la riorganizzazione del sistema sanitario regionale cui è seguito un miglioramento dei livelli di assistenza».

L’ALLARME FONDI COMUNITARI – Resta POI il settore delle frodi comunitarie uno dei più rilevanti tra le indagini coordinate dalla Corte dei conti della Calabria. Sono, infatti, oltre 20 milioni di euro i danni riscontrati nelle frodi comunitarie secondo le indagini coordinate dalla Procura della Corte dei conti che ha depositato, nel corso del 2013, 41 atti di citazione. I dati sono emersi dalla relazione del procuratore regionale della Corte dei conti, Cristina Astraldi De Zorzi, nel corso della cerimonia per l’inaugurazione dell’anno giudiziario della magistratura contabile che si è svolta a Catanzaro. In particolare, si tratta di frodi per la indebita percezione di fondi Fesr, Feoga e della legge 488/92. 

IL NOTAIO E LA DISCARICA – Il procuratore si è soffermato poi sugli altri casi rilevanti. «Merita attenzione – ha sottolineato – una sentenza con la quale è stato condannato un notaio per essersi indebitamente appropriato di circa 3 mln provenienti da vendite giudiziarie di cui aveva il possesso per ragioni d’ufficio». Citate inoltre alcune sentenze di condanna per indebita percezione di fondi comunitari per un importo totale superiore a 18 milioni. 

Nel 2013 – ha sostenuto Cristina Astraldi De Zorzi – sono stati introdotti 136 giudizi di responsabilità nei confronti di 267 soggetti. Gli importi di danno richiesti con atti di citazione sono ammontati a 40,8 mln. Nel 2013 i giudizi esitati sono stati 647. Le ordinanze istruttorie eseguite a cura della procura sono state 39. Nel 2013 gli atti di citazione in materia sanitaria sono stati 12 e con essi è stato richiesto un importo di danno di quasi 14 mln”. Nel settore delle frodi comunitarie sono stati depositati 41 atti di citazione per oltre 20 milioni. «E’ significativo, al riguardo – ha detto il procuratore – il caso di indebita erogazione di aiuti comunitari al figlio di un boss locale sottoposto a sorveglianza speciale». Un dato di assoluta novità – ha evidenziato – riguarda un atto di citazione in materia ambientale per illegittima ordinazione di pagamenti per l’importo di 3,5 milioni nella gestione di una discarica a società non avente diritto». Nel 2013, infine, hanno inizuiato ad avere sviluppo due nuovi filoni di indagine, uno dei quali relativo al dissesto finanziario degli enti locali. 

GLI SPRECHI NELLE 5 PROVINCE – A livello provinciale, spicca ancora la voce relativa alla sanità. I finanzieri di Catanzaro hanno accertato danni erariali per quasi 21 milioni segnalando 65 presunti responsabili. Il settore maggiormente indagato è stato quello della sanità ed ha riguardato, in particolare, l’assenteismo dei medici e gli illegittimi rimborsi ai laboratori di analisti specialistiche. Di rilievo, ha sottolineato il procuratore, anche gli accertamenti in materia di indebita percezione di fondi comunitari e le indagini per la repressione delle frodi comunitarie. 

Nel reggino, i finanzieri hanno concluso numerose indagini in materia di spesa pubblica, la maggior parte delle quali riguardanti casi di indebita percezione di finanziamenti pubblici e di frodi all’Inps per indebite indennità a falsi braccianti agricoli. Nel vibonese sono stati accertati danni erariali per quasi 4 milioni. Il procuratore ha quindi segnalato la rilevante attività svolta dal Nucleo di polizia tributaria di Cosenza nel settore dei fondi comunitari ed in materia sanitaria per indebiti conferimenti di incarichi professionali, di indennità, di somme non dovute a strutture private, di proroga di rapporti lavorativi a tempo determinato da parte dell’Asp, per un importo di 7 milioni. Nel crotonese, infine, sono stati accertati danni erariali per 2,6 milioni.

 

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