X
<
>

Condividi:
5 minuti per la lettura

 

 ROMA, 28 FEB – Quasi mezzo milione di occupati in meno nel 2013, 3,1 milioni di disoccupati in media d’anno e una disoccupazione giovanile al Sud che supera il 50%: i dati sul mercato del lavoro diffusi oggi dall’Istat non segnalano un’inversione di tendenza nel 2014 con il tasso di disoccupazione a gennaio che vola al 12,9% e quasi 3,3 milioni di persone alla ricerca di impiego. Ecco in sintesi i numeri della crisi per il mercato del lavoro:
TASSO DISOCCUPAZIONE GENNAIO RECORD A 12,9%: il tasso dei senza lavoro è il più alto dall’inizio delle serie storiche mensili (2004) ma anche dalle trimestrali (1977). Cresce di 0,2 punti su dicembre e di 1,1 punti su gennaio 2013. I disoccupati registrati nel mese sono 3.293.000, più che raddoppiati rispetto a gennaio 2007 (1.513.000). Il tasso di occupazione scende al 55,3%. I posti persi rispetto a gennaio 2012 sono 330.000. Per i giovani la disoccupazione vola al 42,4%.
2013 ANNO PEGGIORE CRISI: nell’anno gli occupati sono diminuiti di 487.000 unità rispetto al 2012 (-2,1%), dato peggiore anche del 2009. Cala soprattutto l’occupazione maschile (-350.000) mentre l’occupazione femminile scende dell’1,4% (-128.000 unità). Tra il 2008 e il 2013, in media annua, si sono persi quasi un milione di posti di lavoro (984.000).
CRESCE DISOCCUPAZIONE GIOVANI, AL LAVORO SEMPRE PIU’ ‘VECCHI’: nel 2013 il calo degli occupati (478.000) è il risultato soprattutto del crollo dell’occupazione giovanile (482.000 occupati in meno tra i 15 e i 34 anni) e della fascia centrale (-235.000 unità tra i 35 e i 49 anni) mentre la fascia più anziana guadagna terreno (+239.000 over 50). Il tasso di disoccupazione giovanile tra i 15 e i 24 anni arriva al 40% con un picco del 51,6% nel Sud (53,7% le giovani donne nel Sud).
SOFFRONO INDUSTRIA E COSTRUZIONI: Nel 2012 l’occupazione nell’industria in senso stretto diminuisce di 89.000 unità (-1,9%) concentrandosi nelle imprese medie e grandi. Si accentua la flessione nelle costruzioni (-163.000 unità pari a un -9,3%). L’occupazione si riduce anche nel terziario (-1,2% pari a 191.000 unità in meno) con cali soprattutto nella pubblica amministrazione e nel commercio.
AUMENTANO SCORAGGIAMENTO A DISOCCUPAZIONE LUNGA DURATA: Crescono in maniera sostenuta(+11,6%) coloro che rinunciano a cercare lavoro perchè pensano di non trovarlo (i cosiddetti scoraggiati) arrivati a quota 1.790.000. L’incidenza della disoccupazione di lunga durata (12 mesi) sale dal 52,5% al 56,4% nel 2013.
DRAMMA SUD: nella media 2013 il tasso di disoccupazione è stato pari al 12,2% ma nel Sud ha raggiunto il 19,7% mentre nel Nord è all’8,4% (10,9% al Centro). Il tasso di disoccupazione ha ampiamente sforato il 20% in Calabria (22,2%), Campania (21,5%) e Sicilia (21%) mentre è al 5,5% in Trentino e all’8,1% in Lombardia. In Campania nel 2013 lavoravano meno di 4 persone su 10 tra i 15 e i 64 anni (39,8%), un dato appena superiore al tasso di occupazione in Calabria (39%) e Sicilia (39,3%). (

IN Italia quasi mezzo milione di occupati in meno nel 2013, 3,1 milioni di disoccupati in media d’anno e una disoccupazione giovanile al Sud che supera il 50%. E in calabria è dramma: il 22%, quasi una persona su quattro, non ha un impiego. I dati sul mercato del lavoro diffusi oggi dall’Istat non segnalano un’inversione di tendenza a livello nazionale nemmeno nel 2014 con il tasso di disoccupazione a gennaio che vola al 12,9% di media nazionale e quasi 3,3 milioni di persone alla ricerca di impiego. Il tasso di disoccupazione giovanile tra i 15 e i 24 anni arriva al 40% con un picco del 51,6% nel Sud (53,7% le giovani donne nel Sud).

 

IL SUD SEMPRE PIU’ DEPRESSO – Ma sfogliando i dati del 2013 è proprio in Calabria che si vive la situazione più depressa. In gran parte del Sud, infatti, il tasso di disoccupazione ha ampiamente sforato il 20%, ma il record è proprio tra i calabresi (22,2%), mentre Campania (21,5%) e Sicilia (21%) si fermano poco distante. In Campania nel 2013 lavoravano meno di 4 persone su 10 tra i 15 e i 64 anni (39,8%), un dato appena superiore al tasso di occupazione in Calabria (39%) e Sicilia (39,3%). Le oasi felici della Penisola sono in Trentino (disoccupazione al 5,5%) e in Lombardia (8,1%), mentre la media nazionale di persone senza lavoro nel 2013 è al 12,2%. E a gennaio il dato italiano sale ancora, raggiungendo 12,9%: si tratta del più alto dall’inizio delle serie storiche mensili (2004) ma anche dalle trimestrali (1977). 

RENZI: “NUMERI ALLUCINANTI” – Numeri definiti “allucinanti” dal presidente del Consiglio Matteo Renzi che nel corso del Consiglio dei ministri via twitter annuncia che il primo provvedimento del nuovo Governo sarà il jobs act. L’obiettivo è invertire la tendenza, dato che negli anni di crisi si è perso un milione di posti di lavoro (478.000 solo nel 2013 rispetto al 2012).

Il Governo si prepara sia a rivedere le regole sul lavoro nel tentativo di rendere più flessibile l’accesso all’impiego (il jobs act punta alla riduzione delle attuali forme contrattuali con l’attivazione di un contratto di inserimento a tutele crescenti) ma anche a una spinta ai consumi che possa dare fiato alle imprese con possibilità di nuove assunzioni. Ma il tema centrale è sempre quello delle risorse. Se la revisione delle regole può essere a costo zero (la revisione delle forme contrattuali ma non l’estensione della durata del sussidio di disoccupazione, intervento invece molto costoso), la spinta ai consumi tramite il taglio del cuneo fiscale richiede risorse consistenti.

Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, conferma l’intenzione di “promuovere gli investimenti delle imprese, ridurre il cuneo fiscale, migliorare l’efficienza del mercato del lavoro, ridefinire il sistema degli ammortizzatori sociali e sviluppare le politiche attive per il lavoro: in sostanza – dice – far partire il jobs act. L’obiettivo di creare lavoro – spiega – non potrà essere perseguito stabilmente se non a partire da politiche che sostengano la crescita”.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE