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LAMEZIA TERME – Amara  sorpresa per un pensionato lametino. L’Inps gli comunica, pare senza preavviso, che l’importo della sua pensione è stato ricalcolcato «sulla base delle informazioni acquisite e di quelle eventualmente comunicate da altri enti previdenziali per l’aggiornamento del casellario dei pensionati». Il pensionato infatti sperava in qualche aumento visti i tempi e le promesse del Governo, anche e soprattutto perchè vive solo della sua pensione che l’Inps ora gli ha improvvisamente alleggerito. E di brutto. Dovrà infatti essere lui a “pagare” l’istituto. Il nuovo importo mensile lordo della pensione di A.M. è pari a 0,00 euro, a partire dal 1 marzo 2014. «Siamo spiacenti di informarla che le è stato pagato un importo non dovuto pari a 946,01 euro». Questo scrive l’Inps nella raccomandata recapitata al pensionato, spiegando appunto i motivi all’interessato dell’azzeramento dell’importo della pensione. 
Insomma, l’Inps ricalcola e ora tocca al pensionato “pagare”, che dovrà restituire appunto la somma. Ma a tutto c’è riparo. L’istituto di previdenza sociale – sede sub provinciale di Lamezia – comunque è andato “incontro” al pensionato che potrà scegliere anche di pagare a rate. Nella raccomandata infatti l’Inps “offre” questa possibilità. «Se preferisce – è scritto nell’avviso Inps al pensionato – potrà verificare la possibilità di concordare un piano di recupero personalizzato sulla base delle sue esigenze. In questo caso dovrà presentarsi entro 30 giorni dal ricevimento di questa lettera (già scaduti visto che la lettera Inps porta la data dell’11 febbraio scorso ndr) direttamente presso i nostri uffici dove le forniranno anche tutte le informazioni necessarie. Naturalmente, se ha nuovi elementi da segnalarci oppure ritiene che ci siano degli errori, siamo a sua completa disposizione per effettuare nuovi calcoli e modificare l’importo della sua pensione». Altra possibilità a cui l’Inps fa riferimento è l’impugnazione del provvedimento con un ricorso amministrativo da presentare entro 90 giorni. Ma per il pensionato le “possibilità” di restituire la somma all’Inps non finiscono qua. «Qualora non intervenga – fa sapere ancora l’Inps – alcuna decisione nei successivi 90 giorni, potrà proporre un’azione giudiziaria da notificare direttamente a questa sede». E, infine, quello che nessun commerciante, imprenditore e, in particolare, pensionato, vorrebbe ricevere, men che meno sapendo che non sarebbe stato lui a volerlo. 
L’istituto, infatti, ricorda all’interessato che «l’Inps sarà tenuto per legge ad effettuare il recupero coattivo dei propri crediti avvalendosi dell’agente della riscossione competente, qualora non ottenga il rimborso di quanto richiesto».
 Il problema del pensionato è però un altro. Dove prenderà i soldi (ed eventualmente anche la somma per ogni rata) da restituire all’Inps? L’interessato infatti contesta il metodo. «Sarà tutto tutto legittimo, ma non sarebbe stato il caso che l’Inps prima di avvisarmi che avrei percepito una pensione di 0,00 euro a partire dal 1 marzo 2014, mi avesse convocato per trovare una soluzione senza quindi azzerare in un solo colpo e senza preavviso l’importo della pensione?».  Quel  – 946,01 euro riportato nell’allegato prospetto informativo non lo ha mandato proprio giù.

LAMEZIA TERME – Amara  sorpresa per un pensionato lametino. L’Inps gli comunica, pare senza preavviso, che l’importo della sua pensione è stato ricalcolcato «sulla base delle informazioni acquisite e di quelle eventualmente comunicate da altri enti previdenziali per l’aggiornamento del casellario dei pensionati». Il pensionato infatti sperava in qualche aumento visti i tempi e le promesse del Governo, anche e soprattutto perchè vive solo della sua pensione che l’Inps ora gli ha improvvisamente alleggerito. E di brutto. Dovrà infatti essere lui a “pagare” l’istituto. 

Il nuovo importo mensile lordo della pensione di A.M. è pari a 0,00 euro, a partire dal 1 marzo 2014. «Siamo spiacenti di informarla che le è stato pagato un importo non dovuto pari a 946,01 euro». Questo scrive l’Inps nella raccomandata recapitata al pensionato, spiegando appunto i motivi all’interessato dell’azzeramento dell’importo della pensione. Insomma, l’Inps ricalcola e ora tocca al pensionato “pagare”, che dovrà restituire appunto la somma. Ma a tutto c’è riparo. L’istituto di previdenza sociale – sede sub provinciale di Lamezia – comunque è andato “incontro” al pensionato che potrà scegliere anche di pagare a rate. Nella raccomandata infatti l’Inps “offre” questa possibilità. «Se preferisce – è scritto nell’avviso Inps al pensionato – potrà verificare la possibilità di concordare un piano di recupero personalizzato sulla base delle sue esigenze. In questo caso dovrà presentarsi entro 30 giorni dal ricevimento di questa lettera (già scaduti visto che la lettera Inps porta la data dell’11 febbraio scorso ndr) direttamente presso i nostri uffici dove le forniranno anche tutte le informazioni necessarie. Naturalmente, se ha nuovi elementi da segnalarci oppure ritiene che ci siano degli errori, siamo a sua completa disposizione per effettuare nuovi calcoli e modificare l’importo della sua pensione». 

Altra possibilità a cui l’Inps fa riferimento è l’impugnazione del provvedimento con un ricorso amministrativo da presentare entro 90 giorni. Ma per il pensionato le “possibilità” di restituire la somma all’Inps non finiscono qua. «Qualora non intervenga – fa sapere ancora l’Inps – alcuna decisione nei successivi 90 giorni, potrà proporre un’azione giudiziaria da notificare direttamente a questa sede». 

E, infine, quello che nessun commerciante, imprenditore e, in particolare, pensionato, vorrebbe ricevere, men che meno sapendo che non sarebbe stato lui a volerlo. L’istituto, infatti, ricorda all’interessato che «l’Inps sarà tenuto per legge ad effettuare il recupero coattivo dei propri crediti avvalendosi dell’agente della riscossione competente, qualora non ottenga il rimborso di quanto richiesto». Il problema del pensionato è però un altro. Dove prenderà i soldi (ed eventualmente anche la somma per ogni rata) da restituire all’Inps? L’interessato infatti contesta il metodo. «Sarà tutto tutto legittimo, ma non sarebbe stato il caso che l’Inps prima di avvisarmi che avrei percepito una pensione di 0,00 euro a partire dal 1 marzo 2014, mi avesse convocato per trovare una soluzione senza quindi azzerare in un solo colpo e senza preavviso l’importo della pensione?».

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