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BRUXELLES – La pubblicazione periodica di dati riguardanti l’andamento dell’occupazione e dell’economia in Calabria appaiono ormai una costante relegando la regione al ruolo di ultima tra le ultime e consegnando alla storia spesso e volentieri solo l’ennesimo record negativo. L’ultimo rapporto dell’Eurostat non fa eccezione e elegge la Calabria quale regione con il tasso di disoccupazione, nell’anno 2013, più alto d’Italia. La punta dello stivale, con il 22,2%, infatti, si è posta al vertice della classifica nazionale arrivando a più che raddoppiare la medie dei Paesi dell’Unione Europea, ferma al 10,8%, econservando dieci punti percentuali in più rispetto alla media nazionale del 12,2% e aumentando il suo dato statistico di ben il 2.9% passando dal 19.3% del 2012 al 22.2 appunto del 2013. Il tasso più alto, dopo la Calabria si registra in Campania 21,5%; Sicilia 21%; Puglia 19,8%; e Sardegna 17,5%.

 
Se poi si scende nel dettaglio dei dati spicca quella della disoccupazione giovanile (anche in questo caso al vertice delle classifiche negative) che ci dice che nel 2013 oltre la meta dei giovani calabresi potenzialmente abili al lavoro non aveva occupazione (56,1%) anche in questo caso ben oltre il doppio rispetto alla media europea del 23,4% e 16 punti percentuali in più rispetto alla media italiana ferma al 40%. Anche se in Spagna, a Ceuta, stanno certo peggio facendo segnare un tasso di disoccupazione giovanile pari al 72,2%. Una magra consolazione se si pensa che se oltre la meta dei giovani calabresi non lavora quella che resta, spesso, è impiegata in attività precarie e senza grandi prospettive di durata. Le situazioni più difficili, dopo quella della Calabria, si rilevano in Basilicata (55,1%); Sardegna (54,2%); Sicilia (53,8%); e Campania (51,7%).
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