X
<
>

Condividi:
1 minuto per la lettura

 

COSENZA – E’ sulla spesa dei fondi comunitari che si gioca la sfida del lavoro in Calabria, ma a guardare la lentezza delle procedure difficilmente questa partita si riesce a vincerla. Una burocrazia elefantiaca, in Calabria, rischia di uccidere anche la speranza di tanti giovani disoccupati. Per capire come vanno le cose abbiamo sentito Franco Napoli, presidente di Confapi Calabria, la confederazione delle piccole e medie imprese private, che ha effettuato un monitoraggio su diverse bandi. «Non basta  annunciare che la Calabria sarà cosparsa di miliardi di euro – esordisce Napoli – se poi ci troviamo in totale assenza di un ambiente favorevole, una buona amministrazione, una dirigenza preparata e soprattutto di rispetto dell’imprenditorialità».

Partiamo dall’ultimo bando “Youth guarantee” del ministero del Lavoro. In Calabria sono 52.177 giovani tra i 15 e 24 anni che si stima rientrino nelle condizioni richieste dal Piano Garanzia (cioè giovani che hanno abbandonato gli studi e cercano lavoro), che potrebbero accedere a tale fondo. Spiega Franco Napoli che i giovani calabresi «non possono accedere a questa opportunità». I motivi? «Probabilmente manca la firma della Convenzione con il Ministero del lavoro» perchè dal ministero emerge che la regione Calabria «non è in piattaforma, mentre i giovani delle altre regioni d’Italia dal 1 maggio possono regolarmente registrarsi e trovare occupazione».  Passando agli altri bandi, le cose non vanno meglio, «gran parte dei dipartimenti  impiegano anche tre anni per pubblicare una prima graduatoria di un bando regionale».

IL SERVIZIO INTEGRALE SULL’EDIZIONE CARTACEA DEL QUOTIDIANO ACQUISTABILE IN EDICOLA O CONSULTABILE ONLINE CLICCANDO QUI

 

 

 

 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE