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LA discarica calabrese rischia di far pagare all’italia una maxi multa dall’Unione europea. Si tratta di una cifra da 60 milioni di euro forfettari più 158.200 euro al giorno, fin quando non sarà messo in regola il sito di Reggio Calabria-Malderiti. 

Quella calabrese è una delle due criticità segnalate nella sentenza della causa tra la Commissione europea e l’Italia, sulla quale si è espresso l’avvocato generale
della Corte di giustizia Ue che oggi ha proposto la sanzione. Le conclusioni dell’avvocato generale formalmente non vincolano la Corte di giustizia europea per la sentenza finale che è imminente su una procedura d’infrazione avviata oltre dieci anni fa da Bruxelles. 

La Commissione europea in prima battuta aveva fatto riferimento ad almeno 422 discariche illegali, ma alla fine ne ha segnalate solo due: Matera/Altamura Sgarrone al confine tra Puglia e Basilicata e, appunto, l’ex discarica comunale, Reggio Calabria-Malderiti in Calabria.

A queste però vanno aggiunte le mancate bonifiche delle discariche illegali chiuse, che stando agli ultimi dati del procedimento risultano ancora ben 196. Di queste, tredici
contengono rifiuti pericolosi e tra queste ce n’è una anche in Calabria, quella di Firmo/Sciolle in Calabria.

Le altre sono: San Giovanni in Persiceto/V.Samoggia 26 (sito Razzaboni) in Emilia Romagna; Riano/Piana Perina nel Lazio; Careare/Premara Paleta, La Spezia/Pitelli – discarica Ruffino Pitelli, La Spezia/Pitelli Ipodec e Lerici/Pertusola, in Liguria; Mantova/Valdaro e Zanica/Ex cava Cuter in Lombardia; Ascoli Piceno/SGL Carbon nelle Marche; Serravalle Scrivia/La Luminosa in Piemonte; Gualdo Tadino/Vigna Vecchia in Umbria; Priolo Gargallo/Penisola Magnisi in Sicilia.

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