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Lo stanziamento appare nelle carte del Dpef, il documento di programmazione economico e finanziario: un miliardo 287 milioni 324mila euro a favore della società Stretto di Messina. E fa infuriare i deputati di Sel che subito presentano un’interrogazione parlamentare al ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi: «Speriamo sia un grossolano errore» si augurano i parlamentari di Vendola. Ed in effetti, dopo la diffusione della notizia, sono partite le polemiche. Ore di attesa, poi arriva la precisazione. 

Una nota del Ministero non lascia però adito a dubbi. Non c’è rifinanziamento, spiega. La tabella incriminata, anche secontenuta nel documento depositato qualche giorno fa, riportaquanto riportato sul sito del Cipe dal dicembre scorso. Come dire, non è aggiornata. E per assicurare sul fatto che non ci sono rifinanziamenti rinvia allo schema che fissa lo stato di avanzamento di tutte le grandi infrastrutture strategiche. Allavoce Ponte Stretto non figura alcun importo.

In giornata, è partita una ridda di polemiche. Per il capogruppo di Sel alla Camera, Arturo Scotto, questo finanziamento è il «segno di una continuità tra gli anni passati e la nouvelle vague di Renzi. Questo atto si iscrive dentro una scelta ben chiara che il governo ha fatto negli ultimi mesi di sostenere grandi opere e non la più grande opera di cui ha bisogno il nostro Paese: il riassetto idrogeologico». E anche i grillini insorgono: «Renzi resuscita il ponte sullo Stretto di Messina e rottama se stesso», afferma il capogruppo del Movimento 5 Stelle al Senato, Alberto Airola, ricordando quando il premier sconfessò l’opera. Commenta Airola: «Mafia e affaristi del cemento ringraziano».

Nei mesi scorsi il governo aveva aperto il dossier sul Ponte (LEGGI). I lavori erano stati bloccati dall’esecutivo Monti ma resta da gestire la grana delle penali da pagare al contraente, il Consorzio Eurolink. 

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Lo stesso amministratore delegato di Salini-Impregilo, capofila del consorzio Eurolink si è augurato che “il governo riapra il dossier sul Ponte di Messina” e a settembre, a margine dell’assemblea della società, aveva dichiarato: “Siamo disponibilissimi a rinunciare alla penale, se il progetto ripartisse”, sottolineando di non aver ricevuto alcuna richiesta dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, ma di averne parlato con lui poco tempo prima (LEGGI).

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