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IL calo della produzione di olio di oliva quest’anno sarà addirittura, in media, del 60-70%, dunque il doppio rispetto alle previsioni di Ismea e Unaprol che hanno stimato di recente una riduzione del 35%. A delineare il preoccupante scenario è il presidente di Unaprol, David Granieri. 

Un crollo che colpisce anche la Calabria, tra le principali realtà in termini di produzione ma anche di qualità del prodotto. Nella nostra regione, in particolare, il calo si attesta intorno al 50 per cento. Un dato che ha fatto anche lievitare, e di molto, i prezzi dell’olio.

«Ci siamo trovati davanti a una stagione più complicata del previsto, addirittura drammatica. In Puglia e in Calabria il calo produttivo è intorno al 50%, ma nel resto d’Italia si arriva fino al 60, 70% con punte dell’80%. Quest’anno arriveremo con grandi difficoltà a 180 mila tonnellate», spiega all’Adnkronos Granieri, sottolineando che si tratta di una perdita davvero consistente se si considera che nella campagna precedente (2013-2014), la produzione di olio di oliva è stata di 463.000 tonnellate secondo i dati Ismea Unaprol. 

«E’ un anno disatroso – prosegue Granieri – stiamo cercando di organizzare un monitoraggio nazionale, supportato a livello scientifico, che possa dare un sostegno alle aziende a partire dal nuovo ciclo produttivo, da gennaio. E’ auspicabile – rimarca Granieri – che ci sia un intervento del governo , abbiamo già avanzato delle richieste pur sapendo le difficoltà economiche ma l’olivicoltura non può essere considerata solo per il regime di produzione, essa dà un contributo in maniera sostanziale a mantenere i territori e a garantire l’ambiente dal dissesto idrogeologico perchè dove c’è un olivo la terra frana meno».

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