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SONO cinque i permessi di ricerca di idrocarburi presentati tra il 22 e il 23 ottobre scorsi dalla multinazionale Global Med Llc con sede in Colorado nel mar Ioninio, e di queste, tre riguardano la Calabria. Si tratta, nello specifico, di quelli identificati come “d 85 F.R-.GM”, “d 86 F.R-.GM” e il “d 87 F.R-.GM”. I Comuni interessati sono 20 e vanno da Crucoli a Soverato, ricadenti nella provincia di Cosenza, Crotone e Catanzaro. Contro queste richieste sono ammesse delle osservazioni da parte di enti, ma anche di associazioni, e la scadenza delle presentazione è oggi per alcune e domani per altre. 

 A queste se n’è aggiunta una sesta, una richiesta di permesso di prospezione in mare, denominata “d 3 F.P-. SC” nella stessa area è stata fatta dalla Schlumberger Italiana, che fa parte della multinazionale Schlumberger Oilfield Services. In questo caso, l’istanza è stata presentata presentata il 5 novembre scorso, quindi, per le osservazioni, c’è un po’ più di tempo. I Comuni interessati, in questo caso, sono ben 53 lungo tutta la costa ricadenti nelle provincie di Crotone, Cosenza, Matera e Lecce. A renderlo noto, l’associazione Fabbrikando l’avvenire, di Crotone, che ha presentato, nei giorni scorsi, le osservazioni a queste istanze, ai ministeri dell’Ambiente, dello Sviluppo economico e dei beni culturali, così come alla Regione. 

LA MAPPA: ECCO LE AREE INTERESSATE DALLE TRIVELLAZIONI

«Invitiamo – dice Pino Greco, presidente di Fabbrikando – altri enti e associazioni a presentare le osservazioni, per evitare l’assalto delle trivelle nello Ionio, con una politica neo colonialista da parte delle multinazionali dell’emergia». In particolare, Greco si rivolge al neo presidente della Regione, Mario Oliverio. «Lui – ha detto Greco – quando era presidente della giunta provinciale di Cosenza, ha già attivato degli strumenti di autotutela facendo approvare delibere per la salvaguardia del territorio. Il suo intervento – ha proseguito – è importante perchè, con il decreto Sblocca Italia, si vuole inibire il potere delle Regioni di opporsi a questo tipo di attività, poichè il Governo considera il settore energia strategico». Le osservazioni Fabbrikando le ha presentate sugli Studi di impatto ambientale (Sia) realizzate una società toscana, la G.E.Plan Consulting S.r.l. 

Nelle osservazioni presentate, l’associazione crotonese si oppone a questa «forma di ricerca invasiva e finalizzata allo sfruttamento delle risorse» sottolineando che «esiste già una quantità di dati geofisici che definiscono l’area di interesse soggetta ad eventi sismici per la presenza di numerose faglie sottomarine». Inoltre, Fabbrikando che la metodologia di recerca utilizzato, «air-gun (strumenti di indagine geofisica illustrati di seguito) funzionano con una frequenza fra i 100-1500 hz, corrispondenti a 240-260 decibel (un martello pneumatico arriva a 100 db), capaci di influenzare le specie marine sensibili a queste frequenze». Sempre a proposito il metodo di ricerca, nelle osservazioni si fa presente che «non è per niente innocuo in una zona che già presenta diverse faglie» ; cita, poi, i «molti gli studi che attribuiscono una natura indotta ad eventi sismici. Di recente è stato pubblicato il Rapporto Ichese, dal quale emerge che sono collegati gli eventi sismici con attività esplorative ed estrattive».

 

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