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STRADE lastricate di fragole, pomodori e olio di oliva. Ecco l’Eldorado della Calabria. Si chiama agricoltura e, per un territorio depresso in quasi tutte le sue articolazioni economiche, potrebbe rappresentare un’autentica miniera d’oro. Potrebbe, e non può – il condizionale è d’obbligo – perché questo mondo così antico è avviluppato da mille problemi, costanti disattenzioni da parte delle istituzioni, importanti difficoltà di organizzazione interna. 

Eppure, l’agricoltura è un corpo vivo, uno dei pochi segmenti produttivi che non conosce crisi, sta attraversando quasi indenne il complicato momento di congiuntura economica e, anzi, ha al suo interno potenzialità enormi di crescita. I dati a disposizione della Coldiretti Calabria parlano chiaro. Attualmente l’agricoltura dà lavoro a circa il 20% degli occupati calabresi. In totale sono 147.145 le persone che vivono attraverso la vita nei campi, in senso lato. 

Di questi, una fetta consistente è rappresentata dagli immigrati (21.539 unità). Ad oggi le imprese agricole iscritte alle Camere di Commercio sono 32.016: il 17,7% sul totale regionale. La quota strettamente dell’agricoltura sul valore aggiunto è del 7,4%. Sono raddoppiate rispetto all’anno precedente le imprese agricole che esercitano la vendita diretta. Alcuni segmenti trainano più degli altri, in particolare si tratta dell’olivo e degli agrumi. La coltivazione dell’olivo è quella più rappresentativa sia in termini di aziende interessate, pari a 113.907. La coltivazione degli agrumi è presente in 20.974 aziende. I giacimenti fruttiferi sono presenti in 11.736 aziende agricole. A seguire ci sono i produttori d’uva. La vite viene coltivata in 13.431 aziende. Tra i dati più interessanti c’è quello sull’uso di tecniche biologiche. 

In Calabria sono presenti 6.769 aziende. Il settore agroalimentare rappresenta un’importante fetta delle esportazioni totali calabresi, pari al 47%. I principali prodotti esportati sono gli oli essenziali e mandarini e clementine che rappresentano il 19,4% e l’11,3%, rispettivamente, delle esportazioni agroalimentari della regione. Seguono succhi di frutta e pesche. La Germania si conferma il nostro principale cliente e copre il 22% circa delle nostre vendite all’estero di prodotti agroalimentari; seguono gli Stati Uniti d’America (9,4%), la Francia (8,8%) e il Regno Unito (8,6%).

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