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COSENZA – Una buona notizia per la Calabria. Mentre 13 regioni hanno lasciato inalterate le aliquote dell’Irpef regionale, la Calabria assieme al Molise decide di abbassarle. Solo in 3 territori – Lazio, Liguria e Piemonte – gli aumenti sono abbastanza consistenti, soprattutto per i contribuenti con redditi che superano i 35.000 euro. Questa è l’analisi avanzata dall’associazione piccole imprese di Mestre, la Cgia. 

In pratica Calabria e Molise hanno ridotto l’imposta perché a differenza dell’anno scorso, nel 2015 non hanno applicato la maggiorazione dello 0,3% prevista per legge per le regioni che sono sottoposte ai piani di rientro a causa del deficit sanitario. L’anno di riferimento di questa elaborazione è quello di competenza e pertanto, il pagamento effettivo avverrà l’anno successivo: nello specifico, l’importo delle addizionali regionali Irpef del 2014 viene versato quest’anno e quello di competenza per l’anno in corso nel 2016. 

«Va segnalato – osserva Giuseppe Bortolussi, segretario Cgia – che la quasi totalità delle regioni ha deciso di non aumentare l’aliquota fino al livello massimo. Dal 2015, infatti, i governatori hanno la possibilità di elevarla sino al 3,33%: opzione che è stata sfruttata solo dal Piemonte, per i redditi oltre i 75.000 euro, e dal Lazio. Ricordo, inoltre, che la legge di Stabilità ha tagliato 3,5 miliardi di euro di trasferimenti alle Regioni a statuto ordinario. Nonostante ciò, non aver agito sulla leva fiscale dimostra che la stragrande maggioranza dei presidenti ha operato con un grande senso si responsabilità nei confronti dei propri residenti». Lazio, Liguria e Piemonte sono le Regioni che hanno aumentato le addizionali Irpef. Emilia Romagna, Lombardia e Provincia Autonoma di Trento hanno ritoccato leggermente le addizionali Irpef. E poi ci sono Calabria e Molise che, appunto, hanno optato per la diminuzione. Le Regioni che non le hanno modificato sono: Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli V.G., Marche, Provincia Autonoma di Bolzano, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto. Alcune regioni sono state obbligate per legge a ritoccare le aliquote. Per differenziare le aliquote delle addizionali, da quest’anno i Governatori hanno l’obbligo di fare riferimento ai medesimi scaglioni di reddito Irpef. 

Di conseguenza, Emilia Romagna, Liguria e Lombardia hanno dovuto cambiare il meccanismo di differenziazione vigente sino al 2014. Nella Provincia Autonoma di Trento, dove viene applicata l’aliquota base dell’ 1,23% su tutti i livelli di reddito, dal 2015 è stata eliminata l’aliquota dello 0,5% che si applicava sui redditi al di sotto dei 15.000 euro. Sotto questa soglia di reddito, pertanto, si verificano degli aumenti di imposta che, però, non interessano i pensionati, per i quali la Provincia Autonoma ha azzerato l’ aliquota, facendoli così risparmiare. La Cgia ricorda che l’aliquota base dell’addizionale regionale Irpef nei territori a statuto ordinario è pari all’ 1,23%. Nel corso degli ultimi anni alle Regioni è stata data la possibilità di variarla ed è loro consentito di stabilire aliquote differenziate per scaglioni di reddito (riferendosi ai medesimi scaglioni vigenti per l’Irpef). In ogni caso, il livello applicabile per il primo scaglione (attualmente 15.000) non può superare lo 0,5%. 

Le Regioni possono inoltre introdurre detrazioni e sconti d’imposta. Nel caso di disavanzo sanitario, le aliquote sono cresciute obbligatoriamente nella misura massima stabilita dalla legislazione vigente. Se il deficit sanitario è particolarmente grave, le Regioni sono obbligate a un Piano di rientro che consente l’accesso a ulteriori risorse; inoltre, sono imposti precisi obblighi di razionalizzazione della spesa sanitaria. Se il Piano di rientro non viene rispettato (e la Regione continua a essere in disavanzo), le aliquote dell’addizionale regionale sono aumentate di un ulteriore 0,3% oltre la misura massima prevista dalla legislazione. Nel corso degli anni il gettito dell’addizionale regionale Irpef è salito in maniera esponenziale. Se nel 1999 (anno di introduzione) le Regioni incassarono 2,4 mld di euro, nel 2014 il gettito complessivo ha toccato i 10,9 mld di euro (+350% in 15 anni).

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