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ROMA – L’ultima versione del piano nazionale per gli aeroporti (ancora non definitiva), rivista alla luce del parere della Commissione lavori pubblici del Senato, mantiene ferma per la calabria l’operatività dei tre aeroporti di Lamezia Terme (che è anche identificato come l’aeroporto strategico per il bacino della Calabria), Reggio Calabria e Crotone, inseriti tutti e tre tra i 38 aeroporti di interesse nazionale ripartiti in 10 bacini.

Nello specifico il nuovo piano vede ancora una volta l’aeroporto di Fiumicino, malgrado le diverse emergenze scoppiate negli ultimi mesi, come il primo aeroporto italiano, gate intercontinentale e allo stesso tempo hub nazionale ottenendo un ruolo di riferimento primario rispetto agli altri due gate intercontinentali di Milano Malpensa e Venezia.

Per quanto riguarda gli altri aeroporti, come detto, quelli di interesse nazionale sono in tutto 38 divisi in 10 bacini: per il nord-ovest gli aeroporti sono 7: Milano Malpensa, Milano Linate, Torino, Bergamo, Genova, Brescia, Cuneo. Per il nord est 4: Venezia, Verona, Treviso, Trieste. Per il centro-nord 6: Bologna, Pisa, Firenze, Rimini, Parma, Ancona. Per il centro 4: Roma Fiumicino, Roma Ciampino, Perugia, Pescara. In Campania 2: Napoli e Salerno. Nel Mediterraneo Adriatico 3: Bari, Brindisi, Taranto. In Calabria 3: Lamezia Terme, Reggio Calabria, Crotone. In Sicilia orientale 2: Catania e Comiso. In Sicilia occidentale 4: Palermo, Trapani, Pantelleria, Lampedusa. In Sardegna 3: Cagliari, Olbia, Alghero.

A questi si aggiungono anche altri 12 Scali di rilevanza strategica inseriti nei diversi bacini con l’eccezione del nord-ovest (Torino oltre a Malpensa) e centro-nord (Bologna e Pisa/Firenze considerati un unicum dopo la fusione) dove gli aeroporti strategici sono due.

Nello specifico gli aeroporti strategici sono nel nord-est Venezia. Al centro Fiumicino, in Campania Napoli, nel Mediterraneo Adriatico Bari, in Calabria Lamezia Terme, in Sicilia orientale Catania, in Sicilia Occidentale Palermo, in Sardegna Cagliari. La Commissione Lavori Pubblici del Senato ha però chiesto al governo di valutare anche l’inserimento di Genova.

Tutti gli scali non di interesse nazionale, quindi solo regionali o locali appartenenti al demanio civile statale, saranno trasferiti, in base ai principi del cosiddetto federalismo demaniale, alle Regioni. Agli aeroporti di interesse nazionale sono richiesti un ruolo ben definito all’interno del proprio bacino, il raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario e adeguati indici di solvibilità patrimoniale.

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