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L’associazione di categoria evidenzia i primi problemi nel Crotonese, ma è tutta la regione a rischio. A dicembre record negativo: – 91 per cento di pioggia

LA Coldiretti calabrese lancia l’allarme siccità, segnalando le prime avvisaglie nel Crotonese ed evidenziando la pericolosa siccità che rischia di penalizzare gravemente i prodotti agricoli calabresi.

«Anche nel mese di Febbraio – spiega il presidente Pietro Molinaro – le precipitazioni sono praticamente dimezzate (-56%) rispetto alla media del periodo dopo che a gennaio erano state già inferiori del 24% mentre il mese di dicembre 2015 si è classificato come il meno piovoso dal 1800 con un – 91%. Oggi le prime avvisaglie di quello che può succedere nella nostra regione le riscontriamo per la coltura del finocchio nell’altopiano di Isola-Cutro, ma anche per le altre coltivazioni. La diga di Sant’Anna nel territorio di Isola di Capo Rizzuto, in base alle rilevazioni costanti, ad oggi, ha oltre il 30% in meno di acqua e anche le dighe silane ed i fiumi che alimentano la diga non sono messe meglio, con un calo anche in questo caso di oltre il 30%. Serve pioggia non stop per battere una grave siccità in un inverno caldo e arido ma – sottolinea la Coldiretti – in modo da consentire l’accumulo delle riserve idriche nei bacini gestiti dai Consorzi di Bonifica».

Secondo quanto evidenzia l’associazione di categoria, «ad aggravare gli effetti negativi della mancanza di pioggia è il grande caldo con il 2015 che si è classificato in Italia come l’anno più bollente della storia recente con una temperatura superiore di 1,42 gradi la media di riferimento che ha provocato lo sconvolgimento dell’ambiente e le cose – commenta Molinaro – non sono destinate a migliorare visto che gli esperti prevedono che nei prossimi trent’anni ci sarà un aumento delle temperature di 2 gradi e che creerà effetti negativi che coinvolgeranno la società, le attività economiche e l’ambiente».

«Occorre pensare anche in prospettiva – aggiunge Coldiretti- rilanciando attraverso i fondi comunitari e masterplan investimenti per sistemi idrici, invasi e impianti di subirrigazione non possiamo mettere in pericolo il patrimonio agroalimentare calabrese che rischia una perdita del 20-30% e che oggi è in fase di forte rilancio. I Consorzi di bonifica hanno una progettualità irrigua e le loro competenze e lavoro – conclude Molinaro – va assolutamente ancora di più valorizzato».

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