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Salvini in Calabria

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ROMA – La Calabria resta al centro del pensiero del ministro dell’Interno Matteo Salvini che, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, lancia l’idea di una no tax area per la Calabria, una zona con un regime fiscale agevolato per le singole persone sul modello di Canarie spagnole o Portogallo.

Il leader della Lega in particolare ha affermato che «ci sono migliaia di pensionati italiani che vanno in Spagna e Portogallo per non pagare la tassa sulle pensioni. Io penso – ha aggiunto – che alcune zone del Sud siano molto più belle, accoglienti e ospitali, quindi una zona di esenzione fiscale per i pensionati italiani e stranieri può attrarre nuovamente degli investimenti».

Annuncio a parte, non è chiaro come e in che termini Salvini intenda proporre la misura nel nostro Paese. Un precedente di zona speciale per il fisco è contenuto nel decreto Sud varato nell’estate 2017 con lo scorso esecutivo e che ha istituito e regolamentato le cosiddette zone economiche speciali (Zes), con particolare riferimento alle aree portuali in cui le grandi aziende possono godere del credito d’imposta per investimenti fino a 50 milioni di euro. Queste aree sono al momento solo due «proclamate con un decreto dal presidente del Consiglio il 15 maggio 2018: la Napoli-Salerno e la zona portuale di Reggio Calabria» ossia il porto di Gioia Tauro.

L’idea di Salvini ha raccolto una prima reazione favorevole in Roberto Occhiuto, esponente di spicco e vice presidente vicario dei deputati di Forza Italia e fratello dell’attuale sindaco di Cosenza Mario.

In particolare, Occhiuto ha affermato: «Bene Salvini. L’auspicio è che non si tratti dell’ennesimo annuncio ma si realizzi al più presto, magari con la prossima legge di bilancio».

Il parlamentare calabrese ha poi aggiunto: «Speriamo che questa misura si accompagni ad un decisivo intervento sulla qualità della sanità nel Mezzogiorno, perché è risaputo che nella scelta dei posti dove recarsi o stabilirsi la prima valutazione dei pensionati è quella sulla qualità delle strutture sanitarie. Per farlo lo Stato deve riappropriarsi dell’organizzazione della Sanità che le Regioni del Sud non hanno saputo gestire. Non servirebbe a nulla, infatti, ridurre le tasse senza alzare i livelli minimi essenziali di assistenza sanitaria, che oggi in gran parte del Mezzogiorno non sono purtroppo garantiti».

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