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CATANZARO – Il Codacons, una delle principali associazioni di consumatori italiane, ha lanciato una iniziativa che riguarda i dipendenti pubblici italiani e ovviamente anche calabresi. Si tratta del possibile avvio di una class action contro lo Stato per i rinnovi contrattuali dei dipendenti pubblici bloccati dal 2010.

Con specifico riferimento alla Calabria il Codacons ha chiarito che «la sentenza della Corte Costituzionale n. 178 del 24 giugno 2015 ha stabilito che il blocco dei contratti del pubblico impiego attuato con il DL n. 78/2010, conv. in Legge n. 122/2010, è illegittimo ma ha limitato tale illegittimità solo al periodo successivo alla pubblicazione della sentenza stessa. Per tale ragione – si legge nella notte dell’associazione dei consumatori – i 111.840 pubblici dipendenti della Calabria possono chiedere un indennizzo da “attività legittima” dello Stato che ha bloccato per 6 anni la contrattazione e, contestualmente, possono chiedere un vero e proprio risarcimento per inadempimento dell’obbligo per il periodo successivo alla pubblicazione della sentenza, ossia a far data dal 30 luglio 2015 fino all’effettivo rinnovo».

Si tratta di una azione senza dubbio di enormi riflessi sulla contabilità generale della pubblica amministrazione in quanto chiede «per ciascun pubblico dipendente 100 euro al mese a titolo di indennizzo per il periodo che va dal 2010 al 30 luglio 2015 e 200 euro al mese per il periodo successivo al 30 luglio 2015, perdurando l’inadempimento ormai chiaramente sanzionato dalla Corte stessa, per un totale di 8.800 euro a lavoratore».

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