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COSENZA – Qualcuno ha definito l’incontro di venerdì scorso alla Regione sugli ex Lsu/Lpu interlocutorio, per non dire inutile. La colpa, ovviamente, non è dell’assessore regionale al Lavoro, Angela Robbe, ma del Governo che tarda ad approvare le norme e a stanziare i soldi necessari per stabilizzare i 4169 lavoratori attualmente contrattualizzati e in utilizzo nei vari enti locali.

Il rischio, adesso, è quello che si apra una guerra fra poveri perchè quei Comuni che hanno la disponibilità finanziaria e i vuoti in pianta organica hanno potuto procedere alla stabilizzazione, mentre tutti gli altri sono in attesa di novità da Roma. Il paradosso è che sui 4169 ex Lsu/lpu ne sono stati stabilizzati solo 304, mentre 38 sono riusciti ad arrivare alla pensione risolvendo così il problema. Ma di certo la stabilizzazione non può dipendere dalla fortuna o meno di prestare servizio in un ente virtuoso o avere la sfortuna di lavorare per un Comune messo male (cioè la maggior parte in Calabria).

Bisogna trovare una soluzione omogena per tutti dice Gianvincenzo Petrassi, segretario nazionale della Uiltemp. «Non ci possono essere lavoratori di serie A e lavoratori di serie B rispetto a profili giuridici uguali. Noi da tempo avanziamo tre richieste precise che ci sembrava avessero trovato il favore del Sottosegretario nell’ultimo incontro al Ministero del Lavoro. Eravamo rimasti ad un aggiornamento entro fine giugno e invece non abbiamo saputo più nulla. Tutto questo è inaccettabile o gli incontri hanno un valore e siamo pronti a farne altri mille o è inutile perdere tempo e prendere in giro la gente.

Sia chiaro che come sindacato non arretriamo di un millimetro rispetto alle sacrosante richieste dei lavoratori e siamo pronti a scendere di nuovo in piazza se le cose non dovessero cambiare». Le richieste, condivise dal Ministero del Lavoro, erano tre, dicevamo. La prima sono scivoli per il prepensionamento.

La seconda è la mobilità su tutto il territorio regionale. La terza è una proroga alla scadenza degli attuali contratti che oggi è fissata al 31 ottobre. Nel corso dell’incontro il Sottosegretario aveva assicurato che queste proposte sarebbero state contenute in altrettanti emendamenti al Decreto Crescita, ma nella miriade di emendamenti e nel ping pong fra Camera e Senato per l’approvazione del Decreto pare che si siano persi per strada.

Insomma la situazione non è affatto semplice perchè quello che serve, più che le risorse, sono appunto le deroghe alle attuali normative che regolano le assunzioni negli enti locali. Altrimenti assumere per i Comuni sarà impossibile. Basti pensare che ci sono richiesta da parte dei Comuni per assumere altri 834 lavoratori, ma senza le deroghe non sarà possibile. Arriveranno mai? Si spera di sì e che arrivino entro il 31 ottobre altrimenti sarà impossibile rinnovare ancora i contratti e questi lavoratori che sono usciti dal bacino degli Lsu/lpu non solo saranno senza un lavoro, ma anche senza paracadute sociale.

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