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COSENZA – Questa volta non c’è stato il tempo di manifestare e bloccare per un giorno intero gli svincoli autostradali come accaduto lo scorso anno, quando il governo era ad un passo dal tagliare i fondi destinati ai lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità della Calabria, salvo poi chiudere la partita con un maxiemendamento approvato con voto di fiducia che reintroduceva il fondo. Il finanziamento è arrivato senza colpo ferire: cinquanta milioni nella legge di stabilità che si aggiungono ai 38 milioni già stanziati dalla Regione (LEGGI LA NOTIZIA DELLO STANZIAMENTO IN LEGGE DI STABILITÀ DEI FONDI PER I PRECARI CALABRESI).

In più altri 130 milioni da destinare agli oltre diecimila forestali della Regione, travolti negli ultimi mesi dallo scandalo di Calabria Verde. Sono numeri che sembrano ripetersi di anno in anno, voci di spesa che continuano a spuntare in ogni finanziaria a sostegno dei due grandi bacini della Calabria. Sono poco meno di cinquemila i lavoratori Lsu-Lpu, che già il mese scorso avevano ottenuto il via libera dalla Regione a proseguire il lavoro per un altro anno. La nota era arrivata a febbraio del 2016, mentre ad aprile è partito un piano di ricognizione all’interno degli enti per chiarire l’effettivo fabbisogno di personale. Infine l’accordo trovato a luglio dall’assessore Roccisano assieme ai sindacati. La vicenda era stata chiusa con la “promessa” di chiedere al governo i 50 milioni necessari per pagare i lavoratori anche per il prossimo anno.

E oggi i lavoratori sono inseriti all’interno di un processo di stabilizzazione che prevede contratti a tempo determinato all’interno degli enti dove svolgono servizio. Stiamo parlando di Comuni, tantissimi in Calabria, che per anni hanno utilizzato questa forza lavoro, ma anche degli stessi dipartimenti regionali, come quelli di Protezione Civile, Urbanistica, Ambiente e nello stesso ufficio di presidenza, come specificato nel piano di riparto messo a punto dalla Regione Calabria. Si tratta di tirare avanti fino al 2018, con contrattualizzazioni a tempo determinato e in molti casi part time, poi si dovrà decidere cosa fare di questa forza lavoro presente praticamente in quasi tutti i Comuni della Calabria. E, salvo prese di posizione clamorose nei prossimi anni, si andrà avanti così fino alla sperata stabilizzazione definitiva. I costi, stando a quanto scrive la regione, sono comunque molto alti.

I lavoratori nei Comuni, stando sempre al piano di riparto della Regione che risale al 2015, costano poco meno di 28 milioni, 220mila euro quelli nei dipartimenti regionali. Quasi otto milioni invece servono alle contrattualizzazioni mentre poco più di un milione è per sussidi e integrazioni per gli enti in dissesto finanziario. Per ora, invece, i forestali possono “accontentarsi” di 130 milioni, in attesa che prenda corpo il piano di riorganizzazione di Calabria Verde che Oliverio ha affidato al generale Aloisio Mariggiò. E immancabilmente si tornerà a discutere del personale a disposizione dell’azienda.

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