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Nino Spirlì durante la trasmissione Oggi è un altro giorno

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IL presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, non è uno che parla in politichese ma nell’ultima sua uscita televisiva a casa di Serena Bartone durante la trasmissione “Oggi è un altro giorno” del 29 aprile sì è ritrova messo all’angolo dalla presentatrice che al termine di un rapido scambio di battute ristabilisce la propria posizione all’interno della trasmissione.

Al centro della contesa la situazione delle vaccinazioni in Calabria e le condizioni precarie della sanità pubblica in regione.

Serena Bortone esordisce evidenziando al presidente f.f. della Regione che «le vaccinazioni da voi in Calabria non stanno andando benissimo, leggo che siete ultimi per dosi somministrare e penultimi sugli over 80 e sugli over 70. Qual è – chiede – la situazione?»,

Il presidente f.f. Spirlì risponde a Serena Bortone nel suo stile diretto e, dopo aver ringraziato per l’invito, aggiunge «Cominciamo a rimettere i puntini sulle i quando si parla di sanità in Calabria. Prima di comparare i numeri con quelli delle altre regioni bisogna sempre ricordarsi che la sanità in Calabria è commissariata dal governo da 11 anni dopo almeno 20 anni di piraterie a danno di tutti, specialmente dei calabresi».

Preso atto della risposta la conduttrice gioca di contropiede e chiede a Spirlì «Presidente dunque è colpa del governo se non state andando aventi con i vaccini?“.

Subito Spirlì mette un freno e chiarisce che «Noi partiamo con personale zero strutture zero. Quello che siamo riusciti a fare è di aumentare il numero delle vaccinazioni dalle duemila iniziali alle 12/15 mila dell’ultima settimana».

Proprio da questo punto di vista Spirlì precisa che ormai in Calabria ci si è attestati su una media di 10/12 mila vaccinazioni al giorno il che significa che «siamo entrati a regime nonostante tutte le grandi difficoltà di una sanità che è indebolita, zoppa, distrutta da ben 30 anni»

Per il Governatore ff Spirlì continua a difendere l’operato della regione Calabria dicendo che «i risultati che si stanno ottenendo in questa benedetta regione sono veramente enormi, perché qui si stanno facendo il mazzo medici, infermieri, l’esercito italiano».

Riconoscendo che «tutti i calabresi stanno facendo del loro meglio, Serena Bortone, però, cala l’asso del reportage speciale.

In un servizio realizzato a Cosenza, infatti, un operatore sanitario racconta l’emergenza vista da chi la vive in prima persona. «Non sembra di stare in Italia», racconta un medico del pronto soccorso mentre pochi secondi dopo un ragazzo mostra una foto del presidente Spirlì allo stadio per vedere la Reggina.

Dopo aver spiegato le caratteristiche dell’intervento finanziario partendo dai fondi dell’Unione Europea, il presidente Spirlì ha chiesto che «Da ora in poi io gradirei che le persone che denunciano quello che vogliono denunciare lo facciano a viso aperto e senza nascondere la voce».

A questo punto la discussione si scalda: Spirlì parla di “medico presunto“, Serena Bortone ribatte che «il medico è un medico – ribadendo la serietà dell’intervista – ne va della dignità di noi giornalisti», e qui il presidente f.f. puntualizza «Ne va della dignità di presidente della regione sapere chi è il medico che dice quello che dice. Non possiamo mandare in giro voci nascoste. Questa non è una terra in cui bisogna nascondersi, questa è una terra dove bisogna tirare fuori le scatole e fare vedere quanto si vuole lavorare».

E qui Spirlì tira in ballo la questione di Villa Spirlì: «Finalmente dopo il mio secondo blitz è partito il cantiere». La domanda, quindi nasce spontanea (parafrasando lo storico motto di Antonio Lubrano): Se lei è il presidente della Regione come mai deve fare i blitz?»,

Semplice: «Perché io non sono il titolare della sanità – denuncia Spirlì – il ministro Speranza dovrebbe fare il blitz perché è lui il titolare della sanità calabrese, dovrebbe venire lui assieme al ministro dell’Economia perché sono loro che mandano i commissari».

Per poi concludere ribadendo che «noi ci stiamo spendendo in prima persona e non ammetto che ci siano persone con la maschera e la voce contraffatta che vengono a dire cose che non sono reali».

A questo punto la chiusura della giornalista che tiene a precisare che le notizie vengono verificate, che a volte le fonti non possono farsi riconoscere e tutelarle è dovere del giornalista, ma che queste sono decisioni proprie del giornalista: «Presidente quello che è mio dovere lo decido io da giornalista, lei sa qual è il suo dovere di presidente. I cittadini calabresi giudicheranno i suoi doveri, i telespettatori del servizio pubblico giudicheranno i miei».

Dopo l’accesso inizio, comunque, l’intervista a Spirlì è proseguita affrontando il tema sulle Rsa, del Green Pass (il cosiddetto passaporto sanitario su cui Spirlì ha ribadito la propria contrarietà), e sulla sfiducia al ministro Speranza che (in questo momento Spirlì avrebbe approvato).

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