X
<
>

Il volume appena dato alle stampe da Badolati e Sabato

Condividi:
2 minuti per la lettura

Che la malasanità calabrese sia un brutto anatroccolo lo ha dimostrato la terribile pandemia in corso.

Disorganizzazione, piattaforma bloccata. personaggi da avanspettacolo finiti nella polvere del circo mediatico, ospedali in affanno, poche terapie intensive come documenta la nostra testata.

Undici anni fa, due bravi giornalisti, Arcangelo Badolati e Attilio Sabato, avevano dato alle stampe “Codice rosso. Sanità tra sperperi, politica e ’ndrangheta”.

Nonostante le tre edizioni aggiornate, chi amministra e governa tra Roma e la Calabria non ha molto tenuto conto in considerazione una denuncia documentata su una Sanità che consuma tre quarti del bilancio regionale e spende più di quanto incassa.

La pandemia ha dato lo spunto ai due cronisti di tornare a distanza di anni sul luogo del delitto. Esce in questi giorni in libreria il loro nuovo volume: “Disastro pandemico in Codice rosso. La sanità calabrese tra mafie e paradossi”.

In mezzo alla cronaca hanno messo nero su bianco ancora una volta le morti evitabili, i soldi non spesi e quelli sprecati, i bilanci farlocchi, le fatture pagate tre volte, la ’ndrangheta imprenditrice, le Aziende sanitarie sciolte per mafia come ai tempi di Ciccio Mazzetta a Taurianova, le nomine lottizzate, il palio della politica con tanti  esponenti e manager pubblici e privati simili a monatti spietati privi di ogni umana sensibilità.

Non si tratta di urla contro il potere ma di un’inchiesta suffragata da molti atti pubblici e dai provvedimenti della magistratura.

Non mancano anche le notizie tragicamente recenti come le disfunzioni delle vaccinazioni, l’assenza di personale, gli ospedali chiusi fuori da ogni logica e quelli mai aperti.

Un “j’accuse “spietato. Prima conoscere e poi deliberare, disse Luigi Einaudi, economista e presidente della Repubblica. I futuri candidati alla Regione in Calabria, ammesso che non conoscano il malato, leggano questo libro. Forse impareranno a deliberare.

Lo leggano anche i cittadini che andranno a votare e hanno tanto bisogno di conoscere informandosi. Loro non hanno bisogno di imparare a votare. Libri e giornali sono gli strumenti che possono essere utili a trasformare il brutto anatroccolo della sanità calabrese in un bel cigno. Un voto d’opinione non sarebbe niente male.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE